1 diabetico su 2 vive male la sua malattia
Quasi un paziente diabetico su due, nel mondo, vive male la propria malattia. In aggiunta, molto spesso, ha un rapporto non sempre ottimale con il medico curante e con le strutture sanitarie a cui ricorre. E’ quanto emerge da ‘Dawn’, lo studio internazionale presentato oggi a Firenze, che ha esaminato a fondo il ‘pianeta diabete’ di 13 Paesi (Australia, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, India, Inghilterra, Norvegia, Olanda, Polonia, Scandinavia, Spagna e Stati Uniti). L’indagine, che ha permesso di evidenziare l’impatto della malattia sulla vita di tutti i giorni e il rapporto dei pazienti con le strutture sanitarie, è pronta a partire anche nel nostro Paese. Dawn, nei Paesi presi in esame, ha coinvolto 5.426 adulti diabetici (50% con diabete tipo 1, 50% con tipo 2), 2.194 medici di famiglia, 556 specialisti e 1.122 infermieri. I risultati hanno evidenziato come quasi la metà dei pazienti (il 42%), nonostante le numerose terapie oggi a disposizione, non riesca ad avere un positivo rapporto con la propria malattia, a scapito della qualità della vita e, spesso, anche dello stesso stato di salute già compromesso. E’ inoltre emersa la necessità di migliorare la comunicazione tra pazienti e medici curanti (nonostante il 94% dei diabetici intervistati se ne ritenga comunque soddisfatto), così come quella di incentivare l’interazione tra medici di medicina generale e specialisti sui singoli casi. Lo sostiene il 77% degli stessi dottori intervistati. Il cattivo rapporto medico-paziente spesso ha conseguenze sulla volontà e la dedizione alle cure da parte dei pazienti. Quasi la metà dei diabetici intervistati nel mondo, infatti, si è dimostrata ”poco virtuosa” nel seguire le raccomandazioni del proprio medico, se non reticente nell’affrontare un efficace percorso terapeutico, spesso per colpa di dubbi o paure che vengono dalla scarsa conoscenza delle cure a disposizione e dei benefici ottenuti. ”Quello tra paziente diabetico e la sua malattia – spiega Marco Comaschi, coordinatore di Dawn Italia – è un rapporto spesso conflittuale. La prima grande difficoltà che un diabetico si trova ad affrontare è, spesso, il solo prendere atto della malattia. Una condizione che travolge l’organizzazione della vita di tutti i giorni, in famiglia come nel lavoro e nelle relazioni sociali. Proprio l’importanza dei risultati fin qui ottenuti da Dawn a livello internazionale – conclude Comaschi – hanno spinto a estendere lo studio anche al nostro Paese”.
|
(Adnkronos Salute) |