Fondazione Italiana Diabete, la principale fondazione in Italia dedicata al finanziamento della ricerca scientifica per una cura definitiva al diabete di tipo 1, porta la voce delle persone con diabete di tipo 1 e le richieste della ricerca italiana nelle piazze di sei grandi città e in Parlamento.

Sabato 12 e domenica 13 novembre i volontari e i ricercatori della Fondazione saranno presenti per la prima volta nelle piazze di sei città italiane con i “banchetti per la ricerca” per sensibilizzare la cittadinanza su una malattia poco conosciuta e molto sottovalutata, come il diabete di tipo 1, che colpisce per la metà i bambini.
L’ obiettivo sarà anche quello di raccogliere fondi per la ricerca, con i regali solidali natalizi tra i quali il PanettUNO, il panettone di pasticceria che finanzia la ricerca di una cura per il diabete di tipo 1, l’OL1O EVO per la ricerca e i Fidotti, i draghetti fatti a mano dalle mamme volontarie della Fondazione, la mascotte di FID nata dalla favola su un draghetto che ha perso il suo fuoco e scritta da un bimbo che si trovava in ospedale per l’esordio di diabete, bimbo che poi l’ha voluta donare alla Fondazione per finanziare la ricerca Fondazione Italiana Diabete, la principale fondazione in Italia dedicata al finanziamento della ricerca scientifica per una cura definitiva al diabete di tipo 1, porta la voce delle persone con diabete di tipo 1 e le richieste della ricerca italiana nelle piazze di sei grandi città e in Parlamento.

COSA E’ IL DIABETE DI TIPO 1

Il diabete di tipo 1, spesso confuso con il più diffuso diabete di tipo 2, con il quale però non ha nulla a che fare, è infatti una malattia autoimmune, causata da un “corto circuitodel sistema immunitario che scatena contro le cellule pancreatiche che producono l’insulina (beta cellule) degli autoanticorpi che le distruggono.
La scienza conosce questo
processo, tipico di tutte le altre malattie autoimmuni come ad esempio la più nota Sclerosi Multipla, ma non sa ancora a quale causa si debba la sua origine. La malattia non è quindi oggi guaribile né prevenibile, anche se alcuni anticorpi monoclonali stanno dando i primi risultati nel rallentarne levoluzione in fase di esordio.
Lunico modo per sopravvivere 
per le persone colpite è iniettare insulina molte volte al giorno, per tutta la vita. La terapia insulinica per un diabetico di tipo 1, il cui corpo non produce più insulina, è una delle terapie più complesse che esista in clinica, perché il fabbisogno è determinato da  molti fattori diversi (non solo dal cibo ingerito ma anche, ad esempio, dal livello di attività fisica e dallansia anche solo per un compito in classe), le dosi nella quotidianità dopo un iniziale setup con il diabetologo vengono decise autonomamente dai pazienti e l’ormone esogeno, se iniettato in eccesso o in difetto, può causare svariate complicanze acute o croniche, tra cui il coma (per ipoglicemia o allopposto per chetoacidosi diabetica) e la morte. Secondo gli studi più aggiornati, un diabetico di tipo 1 ha una aspettativa di vita di circa dieci anni inferiore rispetto alla media.
La vita con il diabete di tipo 1 è migliorata
incredibilmente grazie alla ricerca su farmaci e tecnologie (nuove insuline, sensori, microinfusori, pancreas artificiale), ma la malattia rimane inguaribile, non prevenibile e di estrema complessità gestionale.
Lesordio è spesso un trauma per famiglie e malati, nel 50% dei casi il diabete di tipo 1 infatti insorge nei bambini.
In tutto i malati nel nostro paese sono circa 190 mila.
FONDAZIONE ITALIANA DIABETE ONLUS FID
Da dieci anni FID è lunica Fondazione in Italia dedicata esclusivamente alla raccolta fondi  per la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1, la forma autoimmune della malattia, che nella metà dei casi esordisce da bambini o adolescenti.
La Fondazione è stata creata 12 anni fa dai genitori di un ragazzo che si è ammalato di diabete di tipo 1 a 18 mesi ed è gestita interamente da persone colpite dalla malattia. Fondazione Italiana Diabete raccoglie fondi in maniera autonoma e indipendente da aziende farmaceutiche, istituzioni e società scientifiche  e li distribuisce, su base competitiva, ai migliori istituti di ricerca e università, impegnati nel trovare una cura definitiva a questa malattia autoimmune che sconvolge la vita dei malati e delle loro famiglie.
Contatti stampa: Francesca Ulivi Direttore Generale e Comunicazione FID: