Ricerca: Marino “Italia le dedica solo 1,2% Pil, quasi meta’ media Ue”
Sono due i problemi principali della ricerca in Italia: “la scarsità di fondi dedicati a questo settore ogni anno e il modo in cui vengono distribuiti. Oggi il nostro Paese dedica solo l’1,2% del Pil alla ricerca, quasi la metà della media europea che è oggi dell’1,9%, e il ricorso alla peer-review, la valutazione dei progetti da parte di esperti ‘alla pari’ è ancora troppo scarso”. A porre l’accento sulla questione è stato Ignazio Marino, senatore del Pd, intervenendo al convegno ‘La ricerca italiana sfida l’Hiv’ organizzato oggi a Roma presso l’Istituto superiore di sanità. “Se pensiamo che paesi come la Svezia o la Finlandia – ha proseguito Marino – dedicano rispettivamente il 4,2% e il 3,5% del Pil alla ricerca in tutti i settori, capiamo come il nostro Paese sia indietro, anche rispetto all’obiettivo del 2% fissato a Lisbona”. Inoltre, i giovani ricercatori non hanno vita facile nel nostro Paese e sono spesso costretti a emigrare all’estero: “Negli ultimi due anni – ha ricordato Marino – abbiamo però lavorato a un provvedimento, divenuto legge con la Finanziaria 2008, per riservare il 10% delle risorse per la ricerca pubblica a scienziati ‘under 40’ scelti sulla base della valutazione del merito da parte di esperti alla pari. Oggi sono stati presentati 1720 progetti e dall’aprile scorso la nuova Commissione sanità del Senato sta lavorando per assegnare i fondi previsti. In sintesi, non basta aumentare i fondi dedicati alla ricerca, ma occorre anche saperli gestire, assegnandoli ai migliori”. Antonio Tomassini, presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato, ha infine posto l’accento sulla “sinergia fra pubblico e privato in ricerca. Le industrie chiedono stabilità, protezione commerciale. Noi chiediamo innovazione”.
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(Adnkronos Salute) |