Aiuti della tecnologia per rispettare la cura
I diabetici sono tra i pazienti peggio gestiti. Non percepiscono la gravità della loro malattia né si rendono conto di quanto è importante il buon controllo glicemico. Quasi la metà dei diabetici di tipo 2 dopo circa 15 anni di malattia deve far ricorso all’insulina che “non è un insuccesso anzi evita le gravi complicanze cerebrali e cardiovascolari del diabete”, osserva Paolo Cavallo Perin, ordinario di medicina interna all’Università di Torino, “ma l’insulina deve essere gestita saggiamente”. “Da tempo ci sono sistemi grandi come un cellulare nei quali si inserisce il valore glicemico e quello che si vuole mangiare e si sa la quantità di insulina che deve essere erogata”, spiega Paolo Di Bartolo, direttore U.O. di diabetologia della AUSL di Ravenna, “l’obiettivo è il monitoraggio della glicemia nelle 24 ore, una specie di Holter glicemico. Utile a questo scopo è il microinfusore dotato di un piccolo ago-sensore (da cambiare ogni 72 ore, negli States si usano aghi che durano anche 7 giorni) che inserito nel sottocute misura il glucosio nei liquidi attorno al tessuto adiposo, e invia un messaggio che blocca l’infusione di insulina se la glicemia scende troppo ed è in grado di predire 20 minuti prima una ipoglicemia”. Resta da coprire l’intervallo tra i pasti per il quale occorre ancora l’intervento del paziente con le automisurazioni. Tuttavia la creazione di piccoli pancreas artificiali semiautomatici ormai è vicina.
|