Diabete: in arrivo anche in Italia il Sitagliptin
E’ previsto per i primi mesi del 2008 l’arrivo in Italia di un farmaco per il trattamento dei pazienti con diabete di tipo 2, il sitagliptin, primo farmaco approvato di un’innovativa classe di farmaci, nota come inibitori dell’enzima dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4).
Gli inibitori del DPP-4 agiscono aumentando il naturale processo che, nell’organismo, riduce la glicemia: il sistema delle incretine. Quando la glicemia è elevata, le incretine agiscono in due modi per contribuire alla regolazione degli elevati livelli glicemici messa in atto dall’organismo: stimolano il pancreas ad aumentare il rilascio di insulina e segnalano al fegato di ridurre la produzione di glucosio.
Gli inibitori del DPP-4 aumentano la capacità propria dell’organismo di controllare i livelli glicemici aumentando i livelli delle forme attive di queste incretine nell’organismo, contribuendo a ridurre i livelli della glicemia nei pazienti con diabete tipo 2.
Sitagliptin è stato approvato nell’Unione Europea per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, in associazione con metformina, per migliorare il controllo glicemico quando dieta ed esercizio fisico non forniscono un adeguato controllo glicemico. Negli studi clinici Sitagliptin non è risultato associato ad aumento di peso rispetto al basale; l’incidenza di ipoglicemia è risultata simile al placebo.
Per i pazienti con diabete di tipo 2 per i quali è appropriato l’uso di un PPARg-agonista, (ad esempio: tiazolidinedione), sitagliptin è indicato in associazione ad un PPARg-agonista quando dieta ed esercizio fisico più la singola molecola del PPARg-agonista non forniscono un controllo adeguato della glicemia.
La monosomministrazione giornaliera del nuovo farmaco determina una potente riduzione del glucosio.
La conferma degli ottimi risultati ottenibili con questo farmaco sono stati ribaditi ad Amsterdam dove si è svolto il 43° Congresso dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD).
L’importanza di incrementare l’approccio terapeutico a questa malattia viene dalla constatazione di come il diabete abbia planetariamente raggiunto la definizione di pandemia, anzi, di vera e propria epidemia in continuo aumento: nel 2000 i diabetici nel mondo erano 150 milioni, oggi sono 246 milioni e le proiezioni parlano di qualcosa come 380 milioni entro 20 anni. Attualmente il diabete colpisce il 5,9% della popolazione e causa 3,8 milioni di morti l’anno, l’80% dei quali nei paesi in via di sviluppo.
Entro il 2025 si prevede una crescita del 20% dei casi in Europa, del 40%. Nord America e dell’80%in Africa e nel Sud Est Asiatico. Mentre il Sud e Centro America vedranno addirittura più che raddoppiati i malati, con una crescita del 102%.
In Italia sono almeno 4 milioni le persone con diabete, a cui bisogna aggiungere il milione di persone che ne soffre senza saperlo.
In aumento anche l’incidenza della malattia tra i più giovani: oltre il 7% dei malati ha ormai meno di 35 anni, con una crescita del 3% annuo per i bambini, un dato cui contribuiscono le cattive abitudini alimentari e la sedentarietà.