La Lombardia è la regione italiana con il numero più alto in assoluto di persone con diabete, infatti, delle 4 milioni stimate nel nostro Paese circa 550.000 risiedono in Lombardia e 1 su 3 vive a Milano, secondo i dati dell’Atlas di Milano. Oggi pomeriggio a Palazzo Marino, verrà presentato Il Cities Changing Diabetes Action Plan 2022-2025 della Città Metropolitana di Milano, con proposte per invertire la curva di crescita della malattia e porre la salute dei cittadini al centro dello sviluppo urbano. È stato realizzato in collaborazione con il Comune di Milano, l’Università degli Studi di Milano e l’Health City Institute nell’ambito del programma internazionale
Cities Changing Diabetes, promosso da University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center, con il contributo dell’azienda farmaceutica Novo Nordisk.
«Oramai più della metà della popolazione mondiale vive nelle città, sono i nostri motori di crescita economica e innovazione. Tuttavia, gli ambienti urbani, hanno un impatto negativo sul modo in cui le persone vivono e si alimentano – fattori che influiscono sulla salute dei cittadini e anche sull’aumento del diabete urbano», spiega Andrea Lenzi, Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente dell’Health City Institute. «Per invertire la curva di crescita, nel 2019, la Città Metropolitana di Milano ha deciso di aderire al progetto internazionale Cities Changing Diabetes, per analizzare il legame fra il diabete e la città e studiare iniziative che salvaguardino la salute dei cittadini e prevengano l’aumento della malattia».
«La nostra città ha finalmente sviluppato la chiara idea che si deve puntare allo sviluppo di un ambiente urbano salutare, più attento al benessere», commenta Michele Carruba, Presidente Comitato Esecutivo Milano Cities Changing Diabetes, Università degli Studi Milano. «Oggi presenteremo l’Action Plan 2022-2025 di Milano, realizzato con il contributo di oltre 80 esperti che hanno sfruttato i dati presenti nell’ATLAS di Milano Cities Changing Diabetes del 2019 e nel Milano Cities Changing Diabetes Report del 2020, per ideare proposte che guidino a un’azione comune nella sfida al diabete. Abbiamo un grande potenziale e dobbiamo metterlo in atto per combattere le disuguaglianze sul territorio urbano».
«Dai dati analizzati, risulta che un terzo dei diabetici lombardi risieda nella area urbana di Milano, ma la prevalenza non è distribuita in modo uniforme, si va da un valore minimo del 5,24 casi per 100 residenti nella ASST Città di Milano fino ad un valore massimo di 6,97 casi nel territorio dell’ASST Nord Milano. Questi numeri fanno emergere le profonde disuguaglianze ancora presenti tra distretti del centro cittadino e quelli periferici, differenze dovute alla struttura demografica e alla composizione socioeconomica della popolazione che ci vive», precisa Livio Luzi, Presidente del Comitato Scientifico di Milano Cities Changing Diabetes, Università degli Studi Milano. «Per questo è necessario valutare l’impatto della pianificazione urbana sulla salute dei cittadini con l’obiettivo di adeguare i servizi sociosanitari allo sviluppo urbanistico».
«Per la stesura dell’Action Plan abbiamo ripreso e approfondito i temi messi in luce nell’ATLAS di Milano e nel Report e oggi, attraverso questo documento, rinnoviamo il nostro impegno, già sottoscritto con la Carta di Milano sull’Urban Obesity, a rendere la nostra città un ambiente più salutare. Sono state proposte diverse azioni strategiche che possono favorire lo sviluppo economico e urbanistico del territorio, creando contesti ambientali e sociali in grado di influenzare e modificare i bisogni e gli stili di vita, come la promozione del movimento attivo e della mobilità sostenibile, l’inclusione sociale, il coinvolgimento dei cittadini nei percorsi di salute e benessere e nuove politiche sull’ambiente urbano», aggiunge Lamberto Bertolè, Assessore al Welfare e Salute Comune di Milano. «Siamo fiduciosi di poter invertire la curva di crescita del diabete e di poter azzerare le disuguaglianze sul territorio urbano».
«Questo progetto è iniziato a livello mondiale nel 2014 e da allora prosegue la sfida di Novo Nordisk nel rendere gli ambienti urbani un luogo di promozione della salute. A questo proposito è stato lanciato anche il nuovo progetto di sostenibilità ambientale, Electric Path, a cui Milano ha subito aderito, sono state infatti installate infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici per stimolare una transizione più rapida verso modelli di mobilità sostenibili. Per noi è importante coinvolgere la popolazione nelle diverse strategie messe in atto per salvaguardare la salute della città e dei cittadini, così da guidarli a un cambiamento significativo per la loro salute e per l’ambiente», spiega Marco Salvini, External Affairs Sr Director Novo Nordisk.
«Garantire la continuità assistenziale, l’integrazione fra gli operatori, ridurre le difficoltà di accesso alle terapie, soprattutto quelle più innovative, rappresentano gli obiettivi di Regione Lombardia per centrare l’assistenza sul bisogno di salute e benessere delle persone con diabete – conclude Letizia Moratti, Vicepresidente e Assessore al Welfare di Regione Lombardia – Sono obiettivi perseguiti con la creazione di una logica di rete che garantisca l’integrazione tra figure professionali diverse e il paziente. Ma sono poi fondamentali anche la diagnosi precoce e la prevenzione. In particolare, per la prevenzione il nemico numero uno è la sedentarietà: le città e le Istituzioni possono fare molto. Per sostenere l’abitudine ad uno stile di vita attivo sono presenti su tutto il territorio regionale iniziative raccomandate: gruppi di cammino, pedibus e il progetto scale per la salute».
Il programma Cities Changing Diabetes ad oggi coinvolge 41 metropoli di tutto il mondo e si propone di evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e diabete tipo 2 e di promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire la malattia. Parlare di urban health e diabete urbano è fondamentale e prioritario: si tratta di una sfida globale, per la quale le città sono chiamate a diventare centri di innovazione nella gestione e nella risposta ai fenomeni epidemiologici in atto.