Neodiagnosi di tipo 2: dubbi
D: Ho 43 anni e circa un mese fa mi hanno diagnosticato un ” Diabete di tipo 2 all’esordio” . Quando ho chiesto i valori di riferimento delle automisurazioni con il glucometro sono stati sempre un po’ vaghi, dicendo che i risultati dipendono anche da vari fattori. Almeno in linea generale, è possibile sapere i valori di riferimento delle cinque misurazioni classiche per il mio tipo di diabete ( risveglio, preprandiale, ecc.) ? Ogni valore mi mette ansia solo perchè non ho un metro generale di giudizio. Poi c’è l’aspetto psicologico, sia riguardante me stesso ( stile di vita, rinunce, ecc.) sia il rapporto con gli altri ( dirlo o non dirlo ? / a chi dirlo ? ). All’ inizio l’ ho detto a qualcuno perchè so che non è una malattia infettiva. Però, quando ho cominciato a sentirmi dire frasi del tipo : ” Eh, ma tu hai il diabete ! “, ” Posso offrirti qualcosa, o non puoi perchè hai il diabete ? ” , ” Ti possiamo invitare per una pizza, o non puoi ?” , ecc. Allora ho cominciato a non dirlo più. Inoltre ho saputo che ci sono molti preconcetti anche in campo lavorativo, sia che già lavori che per cercare lavoro. Come comportarmi ? grazie M
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R: Lo standard aureo delle glicemie capillari (misurate con il glucometro portatile) nel diabete di tipo 2 è il seguente: – valori a digiuno (inclusi i preprandiali di mezzogiorno e sera) da 80 a 100 mg/ dl – valori postprandiali (2 ore dopo il pasto) < 130 mg Valori buoni, anche se non ottimali, sono: – valori a digiuno da 100-120 mg/ dl – valori postprandiali < 140 mg l’emoglobina glicata deve essere vicino al 6.5%, comunque inferiore al 7%. Per quanto riguarda dirlo o non dirlo, il mio consiglio è di dirlo solo alle persone “care” che siano parenti oppure amici. Il cambiamento di stile di vita in seguito alla diagnosi di diabete non è così drastico da dovere comunicare la diagnosi di diabete a tutti. In realtà le cosiddette “rinunce” sono veramente poche (se mai ci sono). Ad esempio, chi ha detto che deve rinunciare alla pizza ? C’è ancora molta ignoranza riguardo al diabete. Non è obbligato a dichiararlo al datore di lavoro e qualora dovesse emergere (nel caso facesse esami di medicina preventiva presso la sua azienda) sappia che il diabete non deve assolutamente essere causa di discriminazione. Cordiali Saluti
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Dott. Alberto M. Davalli Diabetologo – Endocrinologo Istituto Scientifico H San Raffaele Milano |