Il Diabete in Pillole del Dr Andrea Scaramuzza – A quando ‘la cura’?
Dedico questa Pillola da #ispad2023 ad un argomento che sta a cuore a me quanto a tutti voi.
Mi riferisco al trovare una cura per il diabete tipo 1 e alle prefiche dei soliti terrapiattisti su oscuri interessi delle aziende che questa cura già ce l’avrebbero ma si guardano bene dal metterla a disposizione.
Mi riferisco al trovare una cura per il diabete tipo 1 e alle prefiche dei soliti terrapiattisti su oscuri interessi delle aziende che questa cura già ce l’avrebbero ma si guardano bene dal metterla a disposizione.
1. Lo spunto mi viene dalla bella relazione di Manuela Battaglia, attuale Managing Director di #innodia.
Innodia è una organizzazione nonprofit nata dalle ceneri di un progetto sponsorizzato con fondi europei con lo stesso nome, che negli ultimi anni ha catalizzato gli sforzi di decine di ricercatori in giro per il mondo con lo scopo di trovare una cura, capire cosa scatena il diabete tipo 1, come possiamo prevenirlo e come possiamo arrivare in buona salute quando la cura sarà disponibile.
Innodia è una organizzazione nonprofit nata dalle ceneri di un progetto sponsorizzato con fondi europei con lo stesso nome, che negli ultimi anni ha catalizzato gli sforzi di decine di ricercatori in giro per il mondo con lo scopo di trovare una cura, capire cosa scatena il diabete tipo 1, come possiamo prevenirlo e come possiamo arrivare in buona salute quando la cura sarà disponibile.
2. Per non disperdere quanto di buono fatto finora (tanto, ve lo garantisco, e solo per fare un esempio Innodia è dietro ai ricercatori che hanno utilizzato ribavarina e pleconaril per preservare la funzione beta-cellulare con successo, ma ne riparleremo a breve) Innodia si trasforma in organizzazione non profit.
3. Manuela ha ben illustrato quali sforzi ci siano dietro lo sviluppo di un farmaco, in termini di tempo, in media 12 anni, ma possono essere molti di più (ad esempio Teplizumab, la prima molecola in grado di rallentare la comparsa del diabete tipo 1, il cui sviluppo iniziò alla fine degli anni ’70), in termini di finanziamento (oltre 1 miliardo di dollari/euro in media), di investimenti di persone, idee, risorse.
4. Tradotto per i non addetti ai lavori, è un processo difficile, irto di ostacoli, alti e bassi, entusiasmi e delusioni, che richiede tempo (tanto) e fondi (non sono mai abbastanza). Essere arrivati all’ormai famoso ultimo miglio, è tanta roba. Quando ho iniziato io ad occuparmi di diabete si parlava già della possibilità di trovare una cura, ma si era lontani mille miglia, non solo un misero ultimo miglio.
5. Che sia l’ultimo, però, non significa che la strada sia in discesa. O che ci vorrà solo una manciata di settimane. Vuol dire solo una, fondamentale, cosa. La cura ci sarà!
Non resta che aspettare …
Non resta che aspettare …
Leggi la 2a parte
Dr Andrea Scaramuzza
Responsabile Endocrinologia, Diabetologia & Nutrizione Pediatrica presso ASST di Cremona