Paziente diabetico, medico di famiglia sempre più punto di riferimento. Le novità della Nota 100
“Il Medico di Medicina Generale Esperto può offrire consulenze cliniche ai colleghi sul tema delle malattie metaboliche, partecipare all’elaborazione di PDTA e alla gestione di progetti di formazione e di ricerca” sottolinea Gerardo Medea, Responsabile SIMG Area Prevenzione Metabolica
Nell’ultimo anno il ruolo del Medico di Medicina Generale nella presa in carico del paziente diabetico è cambiato profondamente: da una parte, infatti, il diabete mellito di tipo 2 sta attraversando una fase di crescita esponenziale, con una prevalenza del 6,2% e con una previsione di aumento; dall’altra, con la disponibilità di nuovi farmaci e con la Nota 100 di AIFA, aggiornata a giugno, il medico di famiglia è investito di nuove funzioni, visto che può prescrivere i più recenti farmaci ipoglicemizzanti, prima di esclusiva competenza dello specialista. In questo contesto è nata l’esigenza di un progetto di formazione aggiornato, che si è concretizzato con la “certificazione del Medico di Medicina Generale Esperto nella presa in carico e gestione del paziente complesso con diabete mellito e patologie metaboliche correlate, con pluripatologie e disabilità”.
Questo progetto, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie con il contributo non condizionato di Astrazeneca, si è sviluppato nel corso dell’anno e giunge a compimento della metà del suo percorso a novembre con il Congresso SIMG.
Medico di famiglia sempre più competente, anche sul diabete
Al termine del corso di alta formazione nell’ambito diabetologico, i medici di famiglia ottengono l’attestato di partecipazione, condizione essenziale per potersi iscrivere al percorso di certificazione professionale delle competenze. La certificazione ha come nucleo un esame nel quale, in un confronto professionale con gli esaminatori, professionisti di comprovata esperienza, i candidati vengono valutati e riconosciuti come Esperti. Il valore di questo percorso è assicurato da un ente di certificazione accreditato da Accredia (Ente Unico nazionale di accreditamento designato dal governo italiano).
“Alla luce del nuovo corso che dovrà intraprendere la Medicina Generale, la SIMG si sta impegnando nella formazione dei giovani medici con varie attività didattiche tra cui la certificazione delle competenze per la gestione del paziente diabetico – sottolinea Gerardo Medea, Responsabile Area Metabolica SIMG – La certificazione delle competenze rappresenta il punto di arrivo di un percorso formativo fatto di studio e di esperienza sul campo, al termine del quale si accede a un esame, composto di tre fasi: un questionario, la soluzione di casi clinici, una parte orale. Il superamento di questo esame consente l’iscrizione in un apposito registro ed è riconosciuto a livello europeo. Per i Medici di Medicina Generale la certificazione rappresenta il riconoscimento del possesso di una competenza certificata da parte di una realtà terza, indipendente e accreditata, con cui il si arricchisce il proprio curriculum e si diventa punto di riferimento sul tema delle malattie metaboliche. Nelle case di comunità così come negli ospedali, il MMG Esperto può offrire consulenze cliniche ai colleghi, partecipare a progetti di formazione, all’elaborazione di PDTA, alla gestione di iniziative di ricerca. Per la società scientifica la certificazione delle competenze rappresenta uno strumento con cui avvalorare il ruolo del medico di famiglia in settori cruciali come l’area metabolica”.
Aggiornamento della Nota 100, nuovi farmaci e ruolo del medico di medicina generale
La nota 100 di AIFA ha determinato l’allargamento della prescrivibilità alla Medicina Generale dei più recenti antidiabetici. In particolare, si fa riferimento all’uso dei farmaci DPP4i, GLP-1 e delle glifozine (SGLT2-i: inibitori del trasportatore sodio/glucosio di tipo 2), la cui efficacia è stata ampiamente documentata nelle recenti Linee Guida delle Società Diabetologiche europee e americane per le complicazioni cardiovascolari e renali. In particolare, il dapaglifozin ha riportato un effetto protettivo pari al 20-30% considerando sia la progressione della malattia cardiovascolare che la mortalità associata alla malattia cardiaca e ha dimostrato un’efficacia >=50% nella riduzione della progressione della malattia renale o del rischio di decesso per cause cardiovascolari o renali. “Anche le linee guida diabetologiche italiane hanno sposato la tendenza a concentrare l’attenzione dei trattamenti non solo sull’emoglobina glicata, ma anche sulla prevenzione delle complicanze cardiorenali, in modo anche indipendente – spiega Maurizio Ridolfi, SIMG Roma – Si assiste così al passaggio dal treat to target al treat to benefit, realizzato grazie allo sviluppo di farmaci, in particolare gli SLGT-2 inibitori, che hanno superato i precedenti trattamenti e offrono nuovi scenari terapeutici, affidando anche alla Medicina Generale un ruolo rilevante nella prescrizione della terapia del diabete”.
“Le novità introdotte dalla Nota 100 di AIFA garantiscono al paziente il miglior trattamento possibile, che non risulta più basato solo sulla correzione dell’iperglicemia, ma anche sulla protezione cardio-renale – sottolinea Tindaro Iraci, SIMG Palermo – La SIMG ha elaborato una guida pratica al’uso dei farmaci previsti dalla Nota 100, sintetizzata in un algoritmo. Il farmaco di prima scelta per il diabete rimane la metformina, salvo controindicazioni o intolleranze. Nei soggetti che non raggiungono i target di emoglobina glicata, si valuta il rischio cardiovascolare e renale, in base al quale si stabilisce quale tra i farmaci della Nota 100 sia più indicato”.
da Pharmastar