Il Diabete in Pillole del Dr Andrea Scaramuzza – Immunomodulatori e funzionalità beta-cellulare
È stato pubblicato sul New England Journal of Medicine, una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, uno studio sull’efficacia di un immunomodulatore nel preservare la funzionalità beta-cellulare in pazienti con diabete tipo 1 all’esordio.
1. Lo studio di fase 2 ha valutato l’efficacia di baricitinib, farmaco registrato anche in Italia e usato contro l’alopecia areata, nel preservare la funzione delle cellule β nel diabete di tipo 1.
2. Lo studio, in doppio cieco (sia il paziente che lo sperimentatore non sapevano quale fosse il farmaco e quale il placebo), prevedeva la somministrazione per bocca per 48 settimane di 4 mg di baricitinib/placebo in pazienti con diabete di tipo 1 entro 100 giorni dall’esordio. Il parametro valutato è stato il livello medio di peptide C, durante un test di tolleranza di 2 ore con pasto misto, dosato prima e dopo 48 settimane. Inoltre, sono stati valutati emoglobina glicata, dose giornaliera di insulina e altre glucometriche.
3. Un totale di 60 pazienti hanno ricevuto baricitinib, mentre 31 hanno ricevuto il placebo. Il livello medio di peptide C dopo 48 settimane era 0,65 nmol/L/min nel gruppo baricitinib e 0,43 nmol/L/min nel gruppo placebo (differenza significativa). La dose media di insulina a 48 settimane è stata piu bassa nel gruppo trattato rispetto al placebo (0,41 U/kg/die vs. 0,52 U/kg/die). Emoglobina glicata simile nei due gruppi, ma il coefficiente medio di variazione del livello di glucosio dopo 48 settimane era piu basso nel gruppo baricitinib (29.6%) rispetto al placebo (33,8%).
4. La frequenza e la gravità degli eventi avversi erano simili nei due gruppi di studio e nessun evento avverso grave è stato attribuito a baricitinib o al placebo.
5. Nei pazienti con diabete di tipo 1 di recente insorgenza, il trattamento quotidiano con baricitinib per 48 settimane sembra in grado di preservare la funzione delle cellule β. Un altro tassello si aggiunge a Teplizumab, Ribavarina, etc.) facendo crescere le attese che magari una combinazione di questi sia in grado di migliorare la riserva beta-cellulare nei pazienti all’esordio.
Dr Andrea Scaramuzza Responsabile Endocrinologia, Diabetologia & Nutrizione Pediatrica presso ASST di Cremona