Diabete di tipo 1, semaglutide migliora il controllo glicemico con la somministrazione automatizzata di insulina #EASD24

Nei pazienti con diabete di tipo 1 che utilizzavano un sistema di somministrazione automatizzata di insulina l’aggiunta di semaglutide ha migliorato il controllo glicemico e la gestione del peso corporeo rispetto al placebo, come rilevato da un piccolo studio presentato al congresso 2024 della European Association for the Study of Diabetes (EASD).

«Nonostante i recenti progressi nella cura del diabete, tra cui l’invenzione di sistemi di somministrazione automatizzata di insulina o terapie ibride a circuito chiuso, ampi studi hanno dimostrato che, ancora, dal 34% al 53% delle persone che utilizzano queste terapie non raggiungono livelli di emoglobina glicata (HbA1c) inferiori al 7%» ha affermato la relatrice Linden Perz, una studentessa laureata presso la McGill University di Montreal.

«Inoltre questi sistemi non consentono di affrontare la crescente prevalenza di obesità nel diabete di tipo 1, che è correlata a complicanze vascolari e a un ridotto controllo glicemico» ha aggiunto. «Semaglutide ha mostrato di migliorare sia il controllo glicemico che la gestione del peso nelle persone con diabete di tipo 2 e obesità, tuttavia i suoi effetti nei pazienti con diabete di tipo 1 non sono ancora stati valutati in uno studio clinico».

Valutazione dell’aggiunta di semaglutide nel diabete di tipo 1
I ricercatori hanno condotto uno studio randomizzato, in doppio cieco, crossover su 28 pazienti con diabete di tipo 1 (17 donne, età media 45 anni), per 24 dei quali erano disponibili i dati per l’analisi finale. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere per 12 settimane semaglutide con titolazione della dose fino a 1 mg al giorno oppure placebo, seguite da 3 settimane alla dose massima tollerata.

Per le prime 11 settimane hanno continuato la loro terapia insulinica standard, per poi passare per le ultime 4 settimane a un sistema di somministrazione automatizzata di insulina costituito da un monitor continuo del glucosio (CGM), una pompa per insulina e uno smartphone con una app dedicata e un algoritmo di dosaggio connesso agli altri dispositivi tramite Bluetooth.

Dopo un periodo di washout di 2 settimane i pazienti sono passati al braccio opposto e i risultati sono stati analizzati in base ai dati delle ultime 4 settimane di terapia. L’endpoint primario era il time-in-range (tra 3,9 e 10 mmol/l) nelle ultime 4 settimane di intervento.

Effetto sul tempo trascorso nell’intervallo glicemico raccomandato
Rispetto al gruppo placebo, il gruppo semaglutide ha trascorso più tempo nell’intervallo glicemico corretto (74% vs 69%, P=0,006) e un minor tempo in iperglicemia (24% vs 29%, P=0,006), senza differenze tra i trattamenti nel tempo trascorso in ipoglicemia. Inoltre nel gruppo semaglutide è stata ridotta la dose giornaliera totale di insulina (46 U/giorno vs 62 U/giorno, P<0,001).

Una analisi post hoc delle ultime 2 settimane del periodo di titolazione per i 12 pazienti che utilizzavano una pompa per insulina al basale ha mostrato risultati comparabili al periodo in cui è stata utilizzata la somministrazione automatizzata di insulina.

Effetto su emoglobina glicata e peso corporeo
Rispetto al gruppo placebo, il gruppo semaglutide ha ridotto HbA1c e peso corporeo (P<0,001 per entrambi), così come la dose giornaliera totale di insulina basata sul peso (P=0,02).

I pazienti con livelli rilevabili di peptide C hanno ottenuto una maggiore riduzione della HbA1c e un maggiore aumento del time-in-range con semaglutide rispetto a quelli con livelli non rilevabili.

Gli effetti collaterali gastrointestinali sono stati più frequenti nel gruppo semaglutide rispetto al placebo (72 vs 14). Si sono verificati un caso di ipoglicemia grave nel gruppo placebo, due casi di chetosi euglicemica nel gruppo semaglutide (uno dei quali ha portato al ritiro dallo studio), nessun caso di chetoacidosi diabetica e un evento avverso grave nel gruppo semaglutide ritenuto non correlato allo studio.

«Rispetto al placebo, semaglutide con la somministrazione automatizzata di insulina sembra aumentare il time-in-range e ridurre peso, HbA1c, dose di insulina e assunzione di carboidrati» ha riassunto Perz. «Esiste una correlazione tra riduzione del peso e glicemia, ovvero i soggetti che perdono più peso ottengono anche maggiori benefici glicemici, tuttavia semaglutide comporta più effetti collaterali gastrointestinali rispetto al placebo».

Referenze

Pasqua MR et al. LBA OP 07. Presented at: European Association for the Study of Diabetes Annual Meeting; Sept. 9-13, 2024; Madrid.

 

da Pharmastar

 

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