Perdita di peso duratura, quale approccio tra nutrizione, farmaci o chirurgia bariatrica?
Con l’avvento dei nuovi farmaci anti-obesità i medici hanno oggi a diposizione diversi strumenti per aiutare i pazienti, ma si discute su quale metodo sia il più sicuro ed efficace tra i cambiamenti nella dieta e nello stile di vita, la terapia farmacologica, la chirurgia bariatrica o un approccio combinato. Se ne è discusso all’International Conference on Nutrition in Medicine.
Non ci sono studi clinici testa a testa che confrontino questi tre approcci, ha affermato Vanita Rahman, direttrice clinica del Barnard Medical Center, Washington, DC. I medici devono valutare i pro e i contro di ogni intervento e decidere con i pazienti qual è il trattamento più adatto a loro.
Le attuali linee guida cliniche offrono raccomandazioni che prendono in considerazione fattori quali il BMI del paziente e la presenza di una o più comorbilità. Di solito il primo approccio riguarda i cambiamenti nello stile di vita per le persone in sovrappeso, la possibilità di un farmaco anti-obesità per quelle obese e la chirurgia bariatrica per i pazienti con gravi complicanze legate all’obesità.
Ora i medici usano spesso una combinazione di metodi, ma lo stile di vita è fondamentale per tutti» ha osservato Sheethal Reddy, psicologa presso il Bariatric Center dell’Emory University Hospital Midtown di Atlanta. «Se non si apportano cambiamenti allo stile di vita, che non riguardano solo dieta e nutrizione ma includono anche l’esercizio fisico, nessun approccio risulterà efficace. La sedentarietà influisce su qualità del sonno, regolazione dell’appetito e metabolismo. Senza un sufficiente esercizio fisico è difficile avere un metabolismo sano».
Quanto durano i benefici degli interventi?
Anche se la chirurgia bariatrica si è dimostrata efficace nell’aiutare i pazienti a perdere peso, molti ne riacquistano una parte o la maggior parte. Una revisione sistematica e una metanalisi hanno rilevato un recupero di peso nel 49% dei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica, soprattutto con il bypass gastrico Roux-en-Y.
Riacquistare il peso perso è un rischio anche dopo l’interruzione dei farmaci anti-obesità. Lo studio STEP 1 ha valutato l’efficacia del GLP-1 agonista semaglutide per ridurre il peso in aggiunta all’intervento sullo stile di vita in pazienti con obesità o sovrappeso e almeno una comorbilità (non il diabete). Il calo ponderale medio è stato del 17,3%, ma è sceso dell’11,6% dopo l’interruzione del trattamento.
Un simile effetto è stato riscontrato anche con tirzepatide, un doppio agonista GLP-1/GIP. In uno studio, i pazienti hanno riscontrato una perdita di peso media del 20,9% dopo 36 settimane di trattamento, ma nel successivo periodo di 52 settimane coloro che hanno smesso di assumere il farmaco hanno registrato un recupero di peso del 14%, mentre quelli che sono rimasti in terapia hanno perso un ulteriore 5,5% di peso.
«I farmaci GLP-1 e GLP-1/GIP non affrontano i fattori che contribuiscono al sovrappeso e all’obesità, semplicemente sopprimono l’appetito, quindi si verifica un aumento di peso dopo averli interrotti» ha affermato Rahman. «I pazienti possono smettere di assumerli per diversi motivi, tra cui effetti collaterali comuni come nausea, vomito e stitichezza, o eventi avversi gravi come gastroparesi, malattie della cistifellea e delle vie biliari, cancro alla tiroide e pensieri suicidi».
Rahman sostiene che, indipendentemente dal fatto che si sia optato per un intervento sullo stile di vita da solo o combinato con un farmaco anti-obesità oppure un intervento chirurgico bariatrico per affrontare l’eccesso di peso, la migliore soluzione alimentare dal punto di vista della compliance del paziente e per evitare carenze di nutrienti è una dieta a base di cibi integrali e vegetali, abbinata all’attività fisica.
«Se le persone si impegnano in questo tipo di approccio dietetico e ricevono gli strumenti e le risorse per farlo in modo efficace, il loro modo di pensare cambia, le loro papille gustative si modificano e imparano ad apprezzare questo nuovo modo di mangiare» ha osservato. «Vedono risultati ed è uno stile di vita che può essere sostenuto a lungo termine».
Affrontare i fattori alla base dell’aumento di peso
«Identificare le ragioni dell’aumento di peso è fondamentale per il trattamento» ha fatto presente la psichiatra clinica Supatra Tovar di Pasadena, California. «Se non si affrontano i problemi di fondo, come il rapporto di una persona con il cibo, i comportamenti legati al cibo, la tendenza a mangiare senza pensarci o a mangiare emotivamente oppure per cercare conforto, i problemi di peso non verranno completamente risolti da nessuno dei tre approcci: dieta, farmaci o chirurgia bariatrica».
«Alcuni dei miei pazienti si impegnano in diete e privazioni estreme, e molti di coloro che usano farmaci o hanno subito un intervento di chirurgia bariatrica mangiano a malapena e spesso sviluppano carenze nutrizionali» ha aggiunto. «La chiave per una perdita di peso sana e duratura è ascoltare il proprio corpo, imparare a onorare la fame, smettere di mangiare quando si è sazi e mangiare cibi più sani, come frutta e verdura, cereali integrali, proteine magre, in particolare proteine di origine vegetale».
Famaci o chirurgia quando i cambiamenti nello stile di vita non bastano
Come ha osservato Timothy Garvey, direttore associato e professore, Department of Nutrition Sciences, School of Health Professions, University of Alabama a Birmingham, per molti pazienti gli interventi nello stile di vita non sono sufficienti per affrontare il grado di sovrappeso e obesità e le comuni comorbilità.
«Gli approcci nutrizionali sono molto importanti, non solo per il peso ma anche per la salute generale. Abbiamo visto che la dieta mediterranea e alcune diete a base vegetale possono prevenire la progressione dal prediabete al diabete e migliorare altri parametri che riflettono la salute metabolica» ha detto. «Tuttavia spesso i pazienti non riescono a seguire queste diete, perdere peso e mantenerlo. Fino al 50% del peso perso tramite cambiamenti nello stile di vita viene in genere recuperato entro un anno di follow-up, e viene in seguito ripristinato completamente nella maggior parte dei soggetti a causa del processo fisiopatologico che determina il recupero di peso».
I farmaci per la perdita di peso possono intervenire su questo meccanismo agendo sulle le interazioni degli ormoni della sazietà con i centri cerebrali legati all’alimentazione, sopprimendo l’appetito e rendendo più facile per i pazienti aderire a una dieta ipocalorica. Tuttavia le persone devono continuare ad assumerli per mantenere i benefici.
«I pazienti con un BMI molto alto che hanno difficoltà a camminare potrebbero trarre beneficio da una combinazione di chirurgia bariatrica e farmaci» ha concluso. «Stiamo curando l’obesità, che è una malattia grave, e dobbiamo impiegare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione».
da Pharmastar