Secondo quanto stabilito in uno studio riportato su Pediatrics, alla prima diagnosi di diabete, quasi un bambino o un adolescente su quattro presenta chetoacidosi, una condizione normalmente associata al diabete di tipo 1. Questa situazione si presenta quando i livelli di insulina nel sangue sono talmente bassi che teoricamente nessun tipo di zucchero è in grado di penetrare nelle cellule per fornire energia. Iil corpo inizia quindi a produrre energia utilizzando massivamente gli acidi grassi. La degradazione degli acidi grassi porta all’accumulo di prodotti di scarto nel sangue, che provocano nausea, vomito, dolore di stomaco, dolori al petto, difficoltà respiratorie e a restare svegli. Se non si interviene tempestivamente, può arrivare il coma chetoacidosico.
Lo studio, condotto dalla University of Colorado riporta che quasi il 30% dei bambini con diabete di tipo 1 e il 10% di quelli con diabete di tipo 2 al momento della diagnosi presentano chetoacidosi . Un dato inquietante, secondo i ricercatori, considerate la maggiore informazione sul diabete e i miglioramenti nelle cure. Lo studio ha consentito di evidenziare che i fattori di rischio della chetoacidosi al momento della diagnosi, sono legati alla difficoltà ad accedere alle cure mediche, per il basso reddito familiare, la tipologia di copertura assicurativa, il livello culturale dei genitori.
I risultati rientrano in uno studio ( The Search for Diabetes in Youth Study ) che ha coinvolto 3666 pazienti, diagnosticati prima dei 20 anni di età tra il 2002 e il 2004. In questo studio sono confluiti anche le analisi dei dati relativi a 2824 pazienti per determinare la presenza di chetoacidosi utilizzando i criteri di diagnosi standard.
Complessivamente, il 25,5% dei soggetti aveva presentato chetoacidosi al momento della diagnosi . La proporzione diminuiva con la crescita: dal 37,3% nei bambini di età inferiore ai 5 anni al 14,7% tra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni. Quasi la metà dei pazienti sono stati ospedalizzati al momento della diagnosi: la proporzione dei pazienti ospedalizzati con chetoacidosi era molto più alta rispetto agli altri pazienti diabetici: 93 contro 41%.
Gli esperti raccomandano di intervenire tempestivamente all’insorgenza dei primi e ben noti sintomi che potrebbero far sospettare la presenza di diabete: aumento della sete (polidipsia), frequente stimolo a urinare (poliuria), fame accompagnata a perdita di peso .
|