“Il trapianto moltiplica la vita”: in un libro la complessa macchina del mondo trapiantologico
Come si svolge il percorso di un trapianto d’organo, quali sono le garanzie in termini di sicurezza e qualità, come si diventa donatori, come funzionano le liste d’attesa, come viene gestito il capitale d’organi, il costo dei trapianti, il traffico d’organi. Sono questi alcuni dei temi trattati nel libro “Il trapianto moltiplica la vita” (Baldini Castoldi Dalai editore), nato dal dialogo fra il Professor Franco Filipponi e il giornalista del Corriere della Sera Luigi Ripamonti, presentato nei giorni scorsi a Roma alla presenza di Alessandro Nanni Costa (Direttore Centro Nazionale Trapianti – CNT), Vincenzo Passarelli (Presidente Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule – AIDO) e Anna Maria Bernasconi (Presidente Associazione Nazionale Dializzati e Trapiantati – ANED).
“Il libro si propone come una sorta di “guida” sulla complessa macchina del mondo trapiantologico ed è rivolto a chi di trapianti non sa nulla, a chi ha dubbi o vuole avere chiarificazioni prima di dare il proprio assenso in libera coscienza per un’eventuale donazione post mortem – ha affermato Franco Filipponi, Direttore del Dipartimento di Trapiantologia Epatica, Epatologia, Infettivologia e della UOC Chirurgia Generale e Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.
“Abbiamo cercato di farci interpreti dei quesiti più ricorrenti sul tema, fornendo risposte che potessero rispecchiare l’intera realtà italiana, sicuri che un’informazione chiara e semplice fosse il modo migliore per chiarire i dubbi e spiegare le criticità del settore – ha continuato Luigi Ripamonti, giornalista del Corriere della Sera.
“La rete nazionale dei trapianti in Italia è un sistema organizzato, tecnologico ed efficiente che ha portato il nostro paese a livelli di eccellenza – ha dichiarato Alessandro Nanni Costa, Direttore CNT – Ogni anno migliaia di vite vengono salvate grazie ad un’organizzazione che funziona 24 ore su 24 e che è in grado di prelevare organi, portarli a destinazione e utilizzarli in maniera efficace. Tuttavia bisogna tenere presente che la rete funziona soprattutto attraverso la solidarietà di chi dona.”
Nonostante siamo il terzo Paese in Europa per numero di donatori (22,9 per milione di popolazione), secondi solo a Spagna (34 pmp) e alla Francia (25 pmp), in Italia si registra ancora un 30% di rifiuto alla donazione. I dati parlano chiaro: sono infatti più di 9.000 gli italiani in lista d’attesa per ricevere un cuore, un fegato, i polmoni, i reni, l’intestino. Nel 2008 i trapianti effettuati sono stati circa 3.000: in pratica solo una persona su tre ha ricevuto un organo.
“Ancora oggi, malgrado l’aumento deciso delle donazioni che dagli inizi degli anni ‘90 sono praticamente triplicate (si è passati da circa 1.083 donatori utilizzati nel ’92 a 2.932 nel 2008), l’attesa è ancora troppo lunga per chi necessita di un trapianto – ha continuato Filipponi – La responsabilità sociale, che è la chiave di volta della donazione, va supportata non solo attraverso un sistema sanitario che assicuri risultati ma anche attraverso la diffusione di un’informazione continua e trasparente per chiarire soprattutto gli aspetti più controversi come, per esempio, le modalità di accertamento della morte cerebrale, le garanzie di rispetto delle volontà del potenziale donatore e dei familiari, la trasparenza delle liste d’attesa.”
Il settore trapiantologico vede impegnati quotidianamente in maniera sinergica operatori sanitari ma anche cittadini e associazioni di volontariato, realtà quest’ultima molto importante nel nostro paese dove al momento si contano circa 2 milioni di persone coinvolte.
“In 35 anni di attività della nostra associazione – ha affermato Vincenzo Passarelli, Presidente AIDO – abbiamo spesso percepito resistenza da parte della gente ad affrontare l’argomento della donazione, con giustificazioni quali ‘non ci voglio pensare’, ‘è un argomento imbarazzante’, ‘perché devo pensare alla morte adesso?’. Molto spesso, inoltre, si guarda alla donazione solo sull’onda dell’emozione di un fatto di cronaca. Il nostro obiettivo è smussare questa resistenza psicologica ed eliminare pregiudizi e disinformazione che rischiano il più delle volte di incrinare il sistema delle donazioni. E’ necessario generare un cambiamento culturale nell’opinione pubblica: un libro può aiutare ad avvicinarsi in maniera cosciente e razionale alla realtà dei trapianti e può diventare anche uno strumento formativo per i volontari che intendono partecipare attivamente a tale settore”.
Dopo le sezioni dedicate all’informazione sui temi chiave dell’universo trapianti, il libro riporta 10 storie di chi il trapianto lo ha vissuto in prima persona. Tra queste quella di un campione di nuoto (Federico Finozzi) trapiantato di fegato nel 2003 che vince tre ori, due bronzi e stabilisce un record nei cinquanta metri rana alle Olimpiadi dei trapiantati in Canada nel 2005.
“Le testimonianze riportate nel libro hanno un grande impatto emotivo e ci dicono come il trapianto non sia più una frontiera solitaria della medicina ma una terapia ormai consolidata che restituisce le persone ad una vita nuova – ha sottolineato Anna Maria Bernasconi, Presidente ANED – Questi trapiantati ci fanno capire che ognuno di noi potrebbe trovarsi nella condizione di aver bisogno di un organo e che quindi la solidarietà sociale su cui noi ci battiamo quotidianamente attraverso il lavoro della nostra associazione è un atto di responsabilità non solo verso gli altri ma anche verso noi stessi.”
La royalty dell’8% derivante dalle vendite in libreria sarà devoluta all’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule – AIDO.
da SaluteEuropa