La nefropatia diabetica
L’incidenza delle complicanze da iperglicemia cronica nei bambini e nei giovani pazienti affetti da Diabete Mellito tipo 1 e’ notoriamente in diminuzione negli ultimi anni. Il primo fattore di rischio nello sviluppo della stessa è, ovviamente, il cattivo controllo glicemico, che perduri per lungo tempo; un paziente che presenti, infatti, un’emoglobina glicosilata stabilmente < 7% ha una probabilità quasi nulla di sviluppare nefropatia diabetica. Altri fattori di rischio sono legati, soprattutto, alla predisposizione genetica, molto studiata negli ultimi anni, alla durata di malattia e allo sviluppo puberale. Evoluzione della nefropatia diabetica Durante il primo stadio della nefropatia diabetica l’iperglicemia cronica determina alterazioni renali, soprattutto a livello del glomerulo, che non determinano alterazioni della funzionalita’. Questa fase e’, appunto, detta silente in quanto non presenta segni o sintomi e l’esame della microalbuminuria risulta negativo. Il secondo stadio della nefropatia diabetica (nefropatia incipente) si caratterizza per la comparsa della microalbuminuria; in particolare nella raccolta urine della notte si trova AER (Albumin Escreation Rate) patologico (> 20 mg/min). Il terzo stadio (nefropatia conclamata) della nefropatia diabetica è caratterizzato da un graduale aumento della pressione arteriosa, da alterazione della funzionalità renale (aumento dei valori di azotemia e creatininemia), fino al-l’insufficienza renale vera e propria. Prevenzione della nefropatia diabetica Prevenzione primaria: si pone come obiettivo di evitare la comparsa della microalbuminuria persistente. Partecipano a questo programma tutti i pazienti affetti da diabete mellito tipo 1, a più di tre anni dall’esordio o comunque in pubertà. Il buon controllo metabolico (emoglobina glicosilata < 7%) è sicuramente il cardine per ridurre al minimo il rischio di insorgenza della microalbuminuria, anche se una glicosilata elevata non è l’unico fattore di rischio. È noto, infatti, come la genetica giochi un ruolo importante. Si ritiene fondamentale, in questa fase, il controllo della microalbuminuria notturna e della pressione arteriosa almeno ogni sei mesi. Prevenzione secondaria: si pone come obiettivo l’arresto della progressione da micro a macro-albuminuria. Alla comparsa della microalbuminuria persistente si avvia, al fine di prevenire ulteriore danno renale, terapia con ACE-inibitore. Al fine di escludere altre cause di alterata funzionalità renale, prima di avviare la terapia, si propone uno studio con eco-doppler renale. Inoltre, per evitare effetti collaterali, si consigliano sia il monitoraggio della pressione arteriosa per 24 ore con holter pressorio sia la valutazione della funzionalità renale e dello ionogramma sierico e urinario, pochi giorni dopo l’avvio della terapia e successivamente ogni 2-3 mesi. Prevenzione terziaria: si pone come obiettivo di arrestare la progressione della nefropatia diabetica a insufficienza renale. In questo stadio si deve mantenere la pressione arteriosa a livelli di normalità con l’eventuale aggiunta di un altro farmaco antiipertensivo.
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Nicola Minuto tratto da Diabete Giovani n. 22 su autorizzazione di Novonordisk 25 ottobre 2006 |