Diabete, il Senato approva la mozione
Il governo ha provveduto ad aggiornare il «pacchetto prestazionale» garantito ai diabetici, alla luce delle nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche: lo ha detto il viceministro del Welfare, Ferruccio Fazio, intervenendo in Senato a conclusione degli interventi su una mozione bipartisan sottoscritta da tutti i gruppi.
L’Aula di Palazzo Madama ha approvato all’unanimità il documento con cui si impegna il governo a garantire l’accesso alla cura e alle prestazioni per i pazienti diabetici in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Allo stesso modo, la mozione impegna il governo ad inserire, in sede di revisione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), la gratuità completa degli esami ematochimici e strumentali nonché dell’educazione terapeutica e di tutte le prestazioni connesse alla gestione del diabete. A questi impegni ha dato la risposta immediata e positiva del governo il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio.
Nella replica agli interventi in Aula, Fazio ha assicurato, per quanto riguarda il primo punto, che tutte le Regioni «sono coinvolte nello sforzo di riorganizzazione e razionalizzazione dell’assistenza diabetologica in Italia e il nuovo Piano nazionale della prevenzione 2010-2012, in via di perfezionamento, dovrà rinnovare gli obiettivi proposti dal precedente piano in modo da consentire il raggiungimento». Per quanto riguarda il secondo punto, vale a dire la gratuità degli esami, il viceministro Fazio ha segnalato che la legge del 16 marzo 1987 prevede già che le Regioni, tramite le aziende unità sanitarie locali, provvedano «a fornire gratuitamente ai cittadini diabetici i presidi diagnostici e terapeutici e altri presidi, in presenza di una specifica prescrizione e sotto il diretto controllo dei servizi di diabetologia».
«Nell’ambito dei lavori della Commissione nazionale per la malattia diabetica – ha aggiunto Fazio – la scelta degli accertamenti erogabili in esenzione è stata condivisa con le società scientifiche e le associazioni dei pazienti, nel rispetto dell’appropriatezza assistenziale e ai fini del monitoraggio della patologia, della prevenzione delle complicanze, del monitoraggio degli effetti collaterali della terapia farmacologica e del follow up delle eventuali patologie associate, nell’ambito appunto del progetto di prevenzione terziaria».