Tontologia e ignoranza

Nonostante le pressanti richieste, da parte di milioni di diabetici di utilizzare non solo il comune buon senso, ma soprattutto formazione, prevenzione, disponibilità e tanta, tanta umanità, non c’è nulla che possa contrastare la laurea in “Tontologia” ottenuta nella “Università dell’ignoranza”.
Il frutto che matura da questo settore universitario, per le persone a rischio o con diagnosi di diabete, si chiama”Abbandono” nell’ignoranza più totale .
In molti casi è tardi per intervenire sulle complicanze e così, nonostante l’impegno, la persona muore.
E’ ciò che è avvenuto recentemente in un ospedale di Trieste, dove un bambino di 11 anni, Jacopo Cautero, è deceduto per una forma di “Diabete ” giovanile all’esordio.
La famiglia e la comunità, colpite da questa gravissima perdita, piangono il piccolo angelo.
E’sempre così, da troppo tempo ormai!!!
 Abbiamo perso fiducia e speranza in questo sistema sanitario, che si sa solo auto-referenziare, mentre la nostra vita – pratica – quotidiana, evidenzia a chiare lettere che i nostri responsabili continuano a non fare prevenzione e non sanno curare adeguatamente le persone a rischio e\o con diagnosi di diabete .
L’ONU, vista la gravità di questa pandemia, si è fatta carico, per la prima volta al mondo, di occuparsi di una malattia non trasmissibile, ma molto diffusa, che si chiama DIABETE.
Cosa è cambiato ?
In Italia nulla, assolutamente nulla, ahimé!

Scusate, mi devo correggere: sono cambiati i costi, si fa lievitare la quantità di farmaci, spesso inutili e anch’essi mortali, con il risultato di un aumento incontrollato della spesa sanitaria, anche per la crescita a dismisura delle strutture glicemologiche e dei glicemologi sul territorio, contribuendo cosi sulla già abusata interferenza delle case farmaceutiche che incrementano i loro guadagni, con la complicità del “Tontologo” di turno.

I risultati raggiunti sono questi: più ricette, più prescrizioni, producono, da parte delle case del farmaco, più convegni e viaggi, nei migliori posti del mondo, in “buona compagnia” e senza badare ai costi, tanto c’è qualcuno che paga!
Tutto questo è possibile ancora se non si chiudono urgentemente le università dell’ignoranza e le facoltà di “Tontologia”.

La Sardegna, la regione al mondo con la più alta incidenza di malattia diabetica, aspetta ancora che “qualcuno” si occupi di prevenzione, assistenza e cura di una patologia cosi diffusa e penalizzante.

Se non avremo ascolto, continuerà il viaggio da Lorenzo a Jacopo vittime innocenti, sacrificate a un sistema di scarsa prevenzione e di massima ignoranza.

 

Al prossimo lutto.

 

Michele Calvisi

 

Sassari, 27 Dicembre 2010

 

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