Orrore!!!

Nella fossa comune dell’ignoranza la CEE e l’Italia buttano le persone con “distrazione visiva”, con il “sangue dolce” e con “problemi neurologici”, cosi finalmente si allineano al peggiore dei comportamenti intolleranti.
Quando mi era stato riconosciuto il diabete negli anni settanta, l’unica possibilità di cura imposta era il divieto di mangiare e di fare attività motoria, perché  quest’ultima creava stress ed era difficile compensare la glicemia.
L’autocontrollo non esisteva, era obbligatorio  una volta la settimana fare un controllo della glicemia nell’ambulatorio di diabetologia.
Dall’esito  dell’unico controllo settimanale della glicemia, al mattino e a digiuno, si prescriveva l’insulina.
Generalmente il valore della glicemia era sempre molto alto e di conseguenza si aumentavano le unità di insulina da iniettare.
Si faceva solo un’iniezione al giorno con quantità da cavallo, e non si doveva mai variare la dose indicata, anche se esagerata; perciò  la persona con diabete era continuamente in viaggio: ipo o iper.
Non trovando altra via di cura ragionevole, ma solo imposizione e prepotenza, ho deciso di fuggire dalla diabetologia che mi curava, per andare invece a consultare un medico di campagna con molto buon senso e altrettanta umanità.
E’ stata la mia salvezza, anche perché, oltre alla formazione per la gestione della patologia, il medico mi ha liberato dalla ristrettezza alimentare, ma soprattutto mi ha incoraggiato a fare attività motoria, che anche in seguito alle nuove ricerche scientifiche si è, dimostrata la validità.
Mi si sono riaperte le porte della vita che, con molta ignoranza e prepotenza, mi era stata “delimitata” in nome e per conto del valore “normale” della glicemia.
L’imporre e il  vietare tutto, senza mai fare incontri di formazione e di condivisione, ha prodotto alle persone con diabete solo la liberta di riempire in maniera accentuata gli ambulatori per curare le terribili e gravi complicanze:
ipoglicemie ripetute
dialisi, spesso con conseguente trapianto di reni: 80–90%  diabetici;
clinica oculista, per cecità o ipovedenti:  80—90%  diabetici;
ortopedia, per amputazioni degli arti: 80—90%   diabetici;
cardiologia, un mondo infinito di diabetici.
Mi fermo solo a questi dati perchè sono infiniti.

Al peggio, si sa, non c’è limite ed allora, il castigatore di turno, Comunità  Europea e Stato Italiano, a chi ha “distrazione visiva”, a chi viaggia con il “sangue dolce”, a chi ha “problemi neurologici”, toglie non solo la possibilità di potersi muovere, ma obbliga la persona o la struttura che lo cura a segnalare la sua deficienza ad altro ente.
Vergognoso!
Chi è il vero deficiente?
In questa situazione lo Stato mi ricorda come contrastava la triste piaga del banditismo in Sardegna: con le famose “taglie” sul bandito di turno che si voleva arrestare, sapendo bene che nessuno poteva usufruirne, se non a rischio della propria vita.
La cosa migliore era l’accordo tra latitante e rappresentante delle forze dell’ordine.  Il compenso, con varie irregolarità, finiva nelle tasche della famiglia del ricercato. Bisognava retribuirlo bene per il male che aveva fatto alla società, e all’agente arrivava la meritata promozione! 
Ha sempre pagato Pantalone.
Come sempre, ad un tipo di banditismo che finisce, un altro ne arriva, molto meglio organizzato anche istituzionalmente.
La Sardegna è stata depredata dai nuovi e purtroppo istituzionali “banditi” di tutte le sue naturali attività e produzioni: sughero, agricoltura tutta, allevamento, e produzione di carne e di latte, in quest’ultimo caso, anche le multe a chi produce molto latte, invece di utilizzarlo per i cittadini del mondo affamati e bisognosi. 
Anche nel nostro caso si fa di tutto per non cambiare nulla, pagare sempre profumatamente gli ignavi, e creare il massimo disagio a chi, con mille difficoltà, tenta  di mandare avanti se stesso e la famiglia e cerca di non essere solo di peso alla società in cui vive.
Ai “dolci di sangue” si è sempre prescritto farmaco “taglia”, senza mai una benché minima parvenza di informazione e di condivisione sullo stesso, e mai un incontro di formazione per un autocontrollo degno di tale definizione.
La validità del medico (l’ignavo?) era ed è calcolata solo sulla quantità del farmaco che prescrive, mai sulla efficacia dello stesso.
Solo questa, in base alla mia esperienza, è la causa di milioni di diabetici sofferenti delle gravi complicanze per eccesso di farmaco.
Stringi – stringi il pettine ha trovato il nodo e anche l’Italia e la Comunità Europea.  Vittime della propria ignoranza?
Invece di raccomandare corsi di formazione obbligatori e assistenza sanitaria e sociale alle famiglie, all’interno delle scuole e  nei posti di lavoro, dove la patente di guida spesso serve solo per motivi di lavoro, si è preferito condannare il malcapitato con “vista distratta”, con il “sangue dolce” e con “difficoltà neurologiche”.
Perché non si è mai proposta  la revoca  della laurea in medicina nei confronti dei medici e delle strutture inadeguate ad affrontare queste patologie?Invece troppo spesso siamo curati da medici “tisici” per il troppo fumo, anche in corsia e negli ambulatori, da numerosi sanitari che abusano di alcool e di droghe: a costoro mai una revisione con visita sanitaria per verificare la loro salute, competenza e professionalità.
Siamo al paradosso come sempre: obbligatorio revisionare periodicamente macchine e patenti, ma mai chi è preposto al rilascio. 
Credo di non esagerare dicendo che milioni di persone con queste patologie hanno perso la stima del medico di medicina generale o specialista di riferimento, che si aggraverà ulteriormente con il “Recepimento della  direttiva 2009/112/CE della Commissione del 25 Agosto 2009, recante modifica 91/439/CEE del Consiglio concernente la patente di guida (10°15247) GU n. 301 del 27/12/2010”.
Perciò, chi ci deve curare ed assistere, per noi diventerà un traditore!!!
Illusi i malcapitati malati!!! Non saranno i medici a tradirci, ma per “legge” ci obbligheranno ad auto – denunciarci.
Sembrebbe  che,  d’ora in avanti, tutte le persone con le patologie previste da questa norma “razzista” debbano passare all’esame della commissione medica (forse ignorante in materia) per ottenere la patente.
Tutto ciò comporterà notevole spreco di denaro pubblico, senza peraltro garanzie per la sicurezza stradale.
Bella prospettiva di vita!!!
Perdonatemi, ma tanto è lo sconforto, che mi porta ad “ammirare” la bimba diabetica che ha voluto porre fine alla propria vita, pur di non finire ostaggio  della pessima politica degli Stati dell’Europa e dell’inefficiente sistema sanitario e assistenziale dello Stato Italiano.
Stiamo raschiando il fondo della dissenteria umana?
La Sardegna non ha mezzi pubblici degni: quello che offre sono solo posti  senza la minima parvenza di servizio di trasporto.
Perdurando questo inesistente trasporto pubblico, su rotaia e su gomma, naturalmente le persone con malattie croniche si organizzeranno per formare gruppi di transumanza umana. Saremo degni sostituti delle nostre pecore!!! I frustatori sono previsti dalle inutili dannose ed inique leggi.
Se alle persone con malattie croniche, precedentemente citate, togli la possibilità di muoversi con i propri mezzi e in autonomia, incoraggiamo solo la disperazione e non si sa dove potranno approdare le conseguenze.

Cordiali saluti  Michele Calvisi

 

Sassari, 9 Marzo 2011

 

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