Trigliceridi troppo alti?

“Mio marito ha i trigliceridi a 700. Come può abbassarli?”. A rispondere è Giuseppe Fatati, Presidente della Fondazione Adi (Associazione di Dietetica e Nutrizione clinica). “È sempre difficile rispondere in modo diretto a un quesito apparentemente semplice come questo. In realtà è una domanda a cui non si può rispondere se non si hanno altri e molti elementi, come il peso, l’altezza, i valori del colesterolo, delle HDL, della glicemia, la circonferenza della vita e i valori pressori. E, per essere pratici, è importante sapere se in famiglia, tra gli ascendenti e i collaterali, vi sono altri con lo stesso problema”.

L’ipertrigliceridemia, spiega l’esperto, oggi è sempre più spesso descritta insieme ad altre entità metaboliche che possono presentarsi associate all’obesità viscerale, e rappresentano la cosidetta Sindrome Metabolica.Nel 2001 il Third Report of the National Cholesterol Education Program Expert Panel on Detection, Evaluation and Treatment of High Blood Cholesterol in Adults (Adult treatment Panel III- ATP III) ha per la prima volta elaborato dei propri criteri diagnostici, stabilendo che la presenza di tre o più dei seguenti disordini nello stesso paziente sia sufficiente per identificare la sindrome:
1)Circonferenza vita >102 cm nei maschi, >88 cm nelle femmine;
2)Glicemia a digiuno >110 mg/dL;
3)Ipertensione arteriosa >130/85 mm Hg;
4)Ipertrigliceridemia >150 mg/dL;
5) Ridotto colesterolo HDL <40 mg/dL nei maschi, <50 mg/dL nelle femmine.
“Questa definizione è ancora la più utilizzata nonostante nel 2005 l’International Diabetes Federation (IDF) abbia proposto una nuova classificazione che prevede l’obesità centrale come elemento essenziale per la diagnosi, modificando i parametri della circonferenza vita e differenziandoli per i vari gruppi etnici”.
Secondo l’IDF, spiega Fatati, la Sindrome Metabolica ruota intorno all'”obesità centrale” – considerata tale quando la circonferenza vita, per i soggetti Europei, supera i 94 cm per gli uomini e gli 80 cm per le donne – più almeno due delle seguenti quattro caratteristiche: a) Trigliceridi >150 mg/dL o specifici trattamenti per questa anormalità lipidica;
b) HDL Colesterolo: <40 mg/dL nell’uomo e < 50 mg/dL nella donna o specifici trattamenti per questa anormalità lipidica;
c) Pressione: sistolica >130 o diastolica >85 mm Hg o trattamento ipotensivo in atto;
d) Glicemia a digiuno >100 mg/dL o precedente diagnosi di diabete tipo 2.

Tornando alla domanda inizuale, conclude Fatati, “oltre a rivolgersi al proprio medico curante, è importante, per prima cosa, cercare di mantenere un peso accettabile e praticare attività fisica in modo costante“.

 

Liberamente tratto da Salute24 ore