1° Summit Europeo Bloggers EASD 2012
Sono 12 anni che mi interesso di diabete, che navigo sul web, che scrivo, che cerco di far crescere una community.
Portale Diabete è una realtà ormai da oltre 8 anni, eppure è stata una sorpresa ricevere l’invito a partecipare al 1° summit dei bloggers che si sarebbe tenuto a Berlino, in occasione dell’EASD 2012.
L’arrivo a Berlino di primo mattino ha permesso a me e ai miei compagni di viaggio e di summit (Biagio e Ivan) di visitare la città, gustarne i sapori, apprezzarne il clima insolitamente mite.
L’appuntamento con gli altri bloggers italiani (Alessandra e Roberto) e i responsabili della MOVI, i nostri ospiti, era per le 17 nella lobby dell’hotel.
In un clima informale ed amichevole ci siamo presentati, abbiamo condiviso pensieri e motivazioni.
Arriva come sempre (ormai lo so, che arriva sempre!) la domanda: “ma se tu non sei diabetica, perchè lo fai?”
E arriva come sempre la mia risposta puntuale: “perchè non voglio che altri possano passare quello che abbiamo passato noi, perchè non si sentano soli … per ringraziare Dio che ha donato a mio fratello una seconda chance di vita”.
Fa piacere scoprire che anche le Big Farm si siano accorte dei pazienti, non solo come potenziali “clienti”, ma come persone, come esseri umani che attraverso i loro post, esprimono tutte le loro speranze, bisogni, disillusioni: la loro vita con il diabete.
Alle 19.30 un bus ci porta a cena in un bel ristorante di Berlino (The Grand) dove, a lume di candela la serata passa velocemente tra presentazioni, risate e ottimo cibo.
Per mezzanotte siamo in albergo (nella stanza fucsia, mi sento la nonna di Barbie!)
Ed ecco le 9 di mercoledì: è ora del meeting!
Anche se nessuno di noi è un professionista del web, tutti in realtà dimostrano una grande professionalità nello spiegare, illustrare il proprio blog.
Comincia Kerry, una blogger americana (Sixuntilme) e poi via via, ognuno di noi spiega agli altri come, perchè abbia deciso di scrivere di diabete.
Ci sono domande, ci sono sorrisi, si sente la partecipazione, l’interesse. Tutti qui abbiamo uno scopo comune, seppur declinato in molti modi: far sì che il diabete non sia un limite, non sia discriminazione, non sia solitudine.
Ciò che manca, spesso, è proprio la condivisione: condividere deve essere parte della terapia!
Attraverso la condivisione dei nostri sentimenti, delle nostre esperienze, delle nostre conoscenze cerchiamo di vivere la nostra vita in attesa del nostro D day: quello in cui verrà annunciato che il diabete è stato curato!
di Daniela D’Onofrio