Diabete. Una collaborazione Italia-USA per studiarne geografia e determinanti sociali
Italia e USA insieme contro il diabete: l’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation e l’Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con l’Università di Ginevra, hanno presentato all’Ambasciata italiana di Washington DC, USA, nell’ambito delle manifestazioni celebrative dell’Anno della cultura italiana negli Stati Uniti un nuovo progetto, che ha l’obiettivo di studiare non solo le basi genetiche, ma soprattutto i determinanti geografici e sociali, e in particolare le loro interazioni, all’origine della pandemia del diabete di tipo 2.
Si tratta di uno dei molti esempi di collaborazione internazionale nella ricerca medica che parte dal nostro Paese, ed è proprio di questo che si è discusso nel convegno di presentazione “Quality of care and quality of cure in diabetes – Scientific, social, economic and policy approach” organizzato dall’Ambasciata d’Italia. “D’altronde, la scuola diabetologica italiana e quella statunitense sono unanimemente riconosciute come particolarmente avanzate e non è un caso che autorevoli diabetologi ed esperti di politica sanitaria italiani si riuniscano oggi a Washington con gli omologhi colleghi americani per discutere come studiare, ma soprattutto affrontare in spirito di piena collaborazione tra le due sponde dell’Atlantico un problema di sanità pubblica che diventa ogni giorno più drammatico”, ha spiegato Francesco Dotta, Segretario generale della IBDO Foundation e Direttore della UOC di Diabetologia del Policlinico Le Scotte di Siena. Secondo i dati della International Diabetes Federation (IDF), infatti, sono 371 milioni le persone con diabete nel mondo, il 5 per cento della popolazione terrestre, e di queste oltre 24 milioni risiedono negli USA e 4 in Italia. Nel complesso si tratta del 7,5 per cento di tutte le persone con diabete nel mondo.
“Siamo orgogliosi di avere collaborato all’organizzazione di questo evento, nella convinzione che tale progetto di ricerca potrà contribuire alla prevenzione e alla cura del diabete”, ha sottolineato l’Ambasciatore Claudio Bisogniero. “Nel contesto del 2013: Anno della Cultura Italiana negli USA, iniziative come questa mettono in evidenza l’importante valore aggiunto offerto dall’Italia nei campi della medicina, dell’alta tecnologia, e della scienza”.
“Il progetto di ricerca applica le conoscenze e la pratica della geomedicina, una nuova disciplina che indaga i rapporti e le implicazioni dell’ambiente, in senso lato, con la genesi delle malattie”, ha continuato Dotta. “È un progetto innovativo, che studierà il fenomeno in un’area pilota, la Regione Basilicata, che con il 6,9 per cento della popolazione colpito da diabete è una delle regioni Italiane in cui più si sta diffondendo la malattia.” “La nostra ricerca vuole appunto approfondirne il perché”. Dotta aggiunge che l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è particolarmente interessata a questo progetto e sta valutando di applicarne i principi di indagine in altre aree del mondo, anche nella speranza di ridurre i costi della malattia: nel 2012 il diabete ha infatti assorbito risorse per 471 miliardi di dollari.
“Tra le manifestazioni organizzate per celebrare l’Anno della cultura italiana negli USA assume particolare importanza l’evento organizzato dalla nostra Ambasciata a Washington”, ha dichiarato Renato Lauro, Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata e Presidente della IBDO Foundation. “Il tema scelto, infatti, è di particolare rilevanza poiché il diabete costituisce una sfida per i sistemi sanitari a livello mondiale sotto l’aspetto sociale, economico, non solo strettamente sanitario”. Concludendo poi: “Al convegno oltre agli illustri esperti americani parteciperanno per l’Italia i massimi esperti dell’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, il think-tank nato per iniziativa dell’Università Tor Vergata cui hanno aderito centri di ricerca nazionali ed internazionali, società scientifiche e numerose Istituzioni”.