In Italia 73 morti al giorno per complicanze
In Europa è allarme diabete. Ogni giorno in Italia muoiono73 persone al giorno a causa delle complicanze del diabete, quasi 27mila in un anno. E il dato è ancora più preoccupante se si considera che gli italiani affetti da questa patologia sono circa 3,6 milioni, l’8% della popolazione adulta. Numeri destinati ad aumentare: sono infatti circa 1,8 milioni gli italiani con una ridotta tolleranza al glucosio (Igt, impaired glucose tolerance), uno stato di pre-diabete che predispone al rischio di sviluppare la malattia. Se si valuta poi il problema da un punto di vista europeo, gli adulti con diabete toccano la cifra di 32 milioni (l’8,1% della popolazione europea), 33,5 milioni quelli con Igt. E sono oltre 271mila le persone che muoiono ogni anno a causa delle complicanze: quasi 750 morti ogni giorno in Europa. Una situazione preoccupante quindi, non solo per la salute pubblica ma anche per gli elevatissimi i costi che questa comporta: tra costi diretti e indiretti, solo in Italia, si arriva a 20 miliardi annui. Ma nei cinque principali paesi della Eu i costi diretti raggiungono i 90 miliardi annui e quelli indiretti arrivano a 98 mld.
Sono questi i numeri emersi nell’ambito dell’incontro “Una Roadmap per il diabete in Europa e in Italia”, organizzato sotto l’egida di Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, Università di Roma Tor Vergata e Diabete Italia, presso la sede del Parlamento Europeo a Roma.Le complicanze del diabete sono molteplici: dalla malattia coronarica (ne soffre il 10% di coloro che hanno il diabete) alla retinopatia (il 34% dei diabetici), dall’insufficienza renale ( il 5-10% di coloro che hanno il diabete di tipo 2, il 30-40% delle persone con diabete di tipo 1) alla neuropatia (il 32%). Tutte complicanze che portano alla morte. “Oltre il 50% di coloro che hanno il diabete – ha ricordato Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia – muore a causa di problemi cardiovascolari e il 10-20% per insufficienza renale le complicanze sono anche le maggiori responsabili del forte impatto che la malattia ha sul sistema sanitario”.
I costi: tra diretti e indiretti si arriva a 20 miliardi l’anno. Numeri importanti non solo sul fronte della salute, ma anche su quello dei costi: secondo i dati rapporto Diabetes Atlas 2013 dell’International Diabetes Federazione (IDF), l’8,3% della spesa sanitaria in Italia viene destinata al diabete. Il costo medio annuo per una persona con il diabete si attesta sui 2.540 euro, di cui oltre il 50% viene assorbito dai costi di degenza ospedaliera e solo il 6,3% dai farmaci antidiabete. E ai costi diretti, ben 7,9 miliardi, si aggiungono anche i costi indiretti legati a riduzione della produttività, giornate di lavoro perse, che si stima raggiungano circa 12,6 miliardi. Un impatto notevole per la società.
Massima attenzione nei Paesi Europei. Numeri importanti quindi che interessano tutti gli Stati membri della Ue. Tant’è che nell’ambito del 2° European Diabetes Leadership Forum 2014, organizzato a Bruxelles, i rappresentanti delle Istituzioni nazionali e sovranazionali e i massimi esperti scientifici si sono confrontati proprio per discutere delle strategie politiche ottimali necessarie a gestire il crescente peso del diabete. Un incontro promosso in collaborazione con l’Associazione Danese per il Diabete e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, al quale hanno partecipato fra gli altri il Commissario Europeo alla Salute Tonio Borg e numerosi rappresentanti dei Ministeri della Salute degli stati membri, inclusa l’Italia.
“Il diabete – ha ricordato Paola Pisanti, Presidente della Commissione nazionale sul diabete del Ministero della Salute – è una patologia che più di altre malattie croniche correlate all’invecchiamento della popolazione, sta avendo un impatto significativo in termini di costi sociali ed economici in tutta Europa, tanto da indurre il Parlamento Europeo a evidenziare agli Stati membri, attraverso atti formali, la necessità di attivare piani specifici su questa patologia”.
E la Commissione Europea si sta già muovendo: come ha ricordato Pisanti, lo scorso mese di gennaio a Madrid è stato avviato il programma “EU Joint Action on Chronic Disease – CHRODIS”, nel quale l’Italia ricopre il ruolo, attraverso il Ministero della Salute, di coordinatore del gruppo sul diabete. Il nostro Paese è, infatti, da sempre impegnato su questi temi e ha varato nel 2013 il Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica, recepito dalla Conferenza Stato-Regioni, che funge da guida nella lotta alle malattie croniche in Italia.
Appuntamento al 7° Italian Barometer Diabetes Forum. L’incontro di Roma è stato anche l’occasione per presentare il programma del settimo Italian Barometer Diabetes Forum, che sarà ospitato presso la sede dell’Università di Roma Tor Vergata a Villa Mondragone (Monte Porzio Catone) il prossimo 10 e 11 Luglio, durante il semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea.
“In tutto il mondo – ha affermato Simona Frontoni, Presidente Comitato Scientifico del Barometer Forum – troppe persone soffrono o muoiono a causa di malattie croniche come cardiopatie, ictus, cancro, malattie respiratorie croniche e diabete. E non si tratta più di un fenomeno che riguarda solo i paesi ricchi. Nello stesso tempo, crescono a livello mondiale sovrappeso, obesità infantile e incidenza del diabete di tipo 2. È una situazione preoccupante non solo per la salute pubblica, ma anche dal punto di vista economico. A Monte Porzio Catone si confronteranno i diversi protagonisti del sistema sanitario italiano, dal Ministero della Salute, all’Agenzia Italiana del Farmaco, alle Società scientifiche e si affronteranno temi complessi e saldamente interconnessi tra di loro, dalla prevenzione della diabesità, il binomio diabete-obesità che sempre di più preoccupa, ai modelli gestionali di cura e assistenza per il diabete, alla ricerca”.
“Per affrontare e vincere la sfida posta dal diabete alla società – ha concluso Renato Lauro, Presidente IBDO Foundation – è necessario conoscerne a fondo tutti gli aspetti, valutarli misurandone ampiezza e portata, monitorarne il trend. L’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, è un think-tank permanente che si pone questi obiettivi. Il Forum che organizziamo annualmente è utile a identificare le strategie per affrontare la malattia, che siano frutto della collaborazione tra tutte le parti interessate, non solo agli aspetti clinici, ma soprattutto sociali, economici e politici”.
“Novo Nordisk sostiene da molti anni, sotto il nome di Changing Diabetes®, il programma che, in tutto il mondo, si propone di favorire la collaborazione tra forze sociali, politiche e scientifiche per combattere la pandemia diabetica. Sostenere iniziative quali lo European Leadership Diabetes Forum del 2012 a Copenhagen e di quest’anno a Bruxelles, e l’Italian Barometer Diabetes Forum è un perfetto esempio di come la collaborazione tra pubblico e privato possa costituire uno strumento importante anche nel campo della salute pubblica” ha infine commentato Costas Piliounis, Vice President Novo Nordisk Italia e Grecia.