La terapia di gruppo fa bene al diabete
La terapia educazionale di gruppo migliora il controllo del diabete e le sue complicanze. E’ l’approccio utilizzato dal “ Progetto Romeo ” (acronimo di “Ripensare l’organizzazione per migliorare l’educazione e gli outcome”). Curato da Marina Trento, psicopedagogista del laboratorio di Pedagogia clinica, Dipartimento di medicina interna dell’Università di Torino , il progetto sarà presentato al 44 esimo congresso dell’Associazione europea degli studi sul diabete ( Easd ) che si svolgerà alla Nuova Fiera di Roma dal 7 all’11 settembre.
“Il progetto Romeo ha fatto dell’intervento educativo il punto di forza per favorire il cambiamento nella persona diabetica – afferma a Panorama.it il professor Massimo Porta, docente di medicina interna all’Università di Torino e presidente del comitato organizzativo locale del convegno – Al termine dello studio, che ha coinvolto 815 pazienti, si è dimostrato che in chi è stato seguito mediante terapia di gruppo migliorano il compenso metabolico, il colesterolo e i trigliceridi insieme alle conoscenze, alla qualità di vita e alla capacità di gestire il diabete”. Il programma, secondo i ricercatori coinvolti, si è rivelato idoneo a superare le barriere comunicative fra i pazienti e i loro medici, ottenendo risultati finora raggiunti, e non sempre, con l’uso intensivo dei farmaci, e facendo dei pazienti diabetici partner più competenti ed attivi dei propri curanti.
Con 230 milioni di malati nel mondo, di cui 3 milioni in Italia, e quasi 1 milione di casi non diagnosticati, il diabete cresce rapidamente, soprattutto tra giovani e giovanissimi. Fino al 2025, in Italia si rischia una crescita di oltre il 50 per cento dei casi. “Nel 1997 le persone con diabete rappresentavano il 3 per cento della popolazione, oggi il 4,5 per cento. In particolare, sono aumentate quelle con il diabete tipo 2, passate da circa il 2,7 al 4,1 per cento – aggiunge Porta – L’aumento dei casi è legato al peggioramento degli stili di vita, all’obesità e al fatto che si vive più a lungo, con un forte aumento di costi a livello internazionale”.
Secondo l’ Osservatorio Arno Diabete , un diabetico costa annualmente al servizio sanitario nazionale in media 2.589 euro: 827 (31,9 per cento) per farmaci, 1.274 (49,2 per cento) per ricoveri dovuti alle complicanze, 488 (18,9 per cento) per prestazioni specialistiche e diagnostiche. “Durante il convegno presenteremo una serie di risultati sullo stato dei trapianti per innestare le isole dell’insulina, metodo utile per evitare il trapianto di pancreas, e studi che dimostrano come pazienti con il diabete che hanno tenuto sotto controllo la glicemia nel corso degli anni abbiano tratto benefici nel protrarsi della loro vita – conclude Porta. – Purtroppo, i soldi in Europa, e in particolar modo in Italia, sono pochi, a differenza degli Stati Uniti. L’Easd ha creato una fondazione europea che dal 2001 a oggi ha raccolto e ridistribuito oltre 5 milioni di euro per progetti di ricerca”.
da Panorama.it