Nuova strategia per curare il diabete tipo 2:

La natura ha creato l’ormone insulina per regolare l’equilibrio del glucosio nel sangue il cui livello deve essere sempre costante per soddisfare le diverse esigenze nutritive dei vari organi del corpo.

Se la glicemia dovesse scendere, ne soffrirebbe il cervello cui mancherebbe il suo “carburante”.
Questo lo sanno bene coloro che soffrono di ipoglicemia.
Ma se la glicemia sale, come in chi ha il diabete, il glucosio mostra allora la sua tossicità per le arterie, e in pochi anni causa danni vascolari all’occhio, al rene, ai piedi, al cuore, al cervello, ecc.

Ci sono molti aspetti affascinanti riguardo l’insulina, ma quello che incanta di più è il modo “automatico” con il quale il nostro corpo mantiene la glicemia sempre costante, indipendentemente dallo stato di digiuno o di alimentazione.
Il nostro pancreas, che contiene delle isole di cellule che producono l’insulina, “sente” le variazioni della glicemia anche se di pochi milligrammi e provvede subito a ridurre o aumentare la produzione di insulina a seconda delle necessità.
L’insieme del “sensore” della glicemia e della produzione dell’insulina sono il tesoro che consente al nostro corpo di avere un livello di zucchero nel sangue sempre normale e quindi di assicurare carburante al cervello e evitare danni alle arterie.

Il diabete è la perdita del “tesoro” pancreatico: se la perdita è totale, il diabete è giovanile o del bambino (o di tipo I), se è parziale il diabete è dell’adulto (o tipo II).
In entrambi i casi la produzione di insulina è carente.

E’ allora comprensibile l’importanza della diagnosi precoce del diabete, dell’accorgersi cioè di quando la glicemia aumenta al di sopra di “quel” valore che nel tempo può causare danni arteriosi.

La cura del diabete si basa su più interventi che vanno dall’attenzione allo stile di vita (mirare al peso forma, fare attività fisica) all’uso di farmaci che aiutano a far diminuire la glicemia. Nel diabete di tipo I l’unico farmaco è l’insulina.

Nel diabete di tipo II ci sono anche farmaci “orali”. Fino a poco tempo fa, l’insulina era considerata “l’ultima spiaggia” nel diabete II, la risorsa cui ricorrere dopo l’insuccesso dei farmaci orali.
Oggi prevale fra gli esperti sempre più la tendenza ad anticipare l’uso dell’insulina.

I motivi sono molteplici: l’insulina è un ormone naturale e quindi ovviamente tollerato dal nostro corpo a differenza dei farmaci industriali; l’insulina permette poi la regolazione accurata della glicemia meglio dei farmaci orali; pertanto l’insulina riesce a prevenire i danni del diabete che i farmaci orali non permettono:
La raccomandazione nel diabete di tipo II è quindi usare l’insulina di più, di usarla più precocemente, magari fin dalla prima diagnosi.

 

 

 

GEREMIA B. BOLLI
Professore di Medicina interna Università degli Studi di Perugia

da: “Corriere Salute” del 08.02.04