Per curarlo basterà un’iniezione a settimana
Potrebbe presto essere possibile trattare il diabete di tipo 2 con una sola iniezione a settimana di exenatide invece delle attuali due giornaliere. A rincuorare i pazienti colpiti da questa diffusissima forma di diabete (il 92,1 209568el totale), i risultati di uno studio durato 52 settimane su una nuova formulazione a rilascio prolungato di exenatide; studio clinico gia’ presentato nel corso della 68a sessione scientifica annuale dell’American Diabetes Association (ADA) di San Francisco, esposto oggi a Roma nel corso del Congresso European Association for the Study of Diabetes. I risultati: i pazienti in trattamento con exenatide in monosomministrazione settimanale, registrano un ulteriore miglioramento dei valori di emoglobina glicosilata rispetto ai pazienti che assumono exenatide con la formulazione attualmente disponibile delle due iniezioni quotidiane. ‘I risultati sono sorprendenti – commenta Francesco Giorgino, Ordinario di Endocrinologia e Malattie metaboliche all’Universita’ di Bari – perche’ dimostrano come la nuova formulazione, oltre a liberare il paziente dal quotidiano appuntamento con le iniezioni, sia significativamente piu’ efficace della formulazione attualmente disponibile, in particolare per i pazienti che presentano valori di HbA1c al di sopra del 9, i casi piu’ scompensati.’ Exenatide una volta la settimana utilizza una tecnologia brevettata per farmaci ad azione prolungata. ‘Se approvato – ha dichiarato Giorgino nel corso della conferenza stampa di presentazione dati – exenatide assunto una volta la settimana potrebbe offrire ai pazienti un effetto farmacologico 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, aiutandoli a gestire efficacemente la iperglicemia e, in seconda istanza, il loro peso’ ‘Le prospettive offerte da questa nuova somministrazione mono settimanale – commenta Adolfo Arcangeli, Presidente del’Associazione Medici Diabetologi – potrebbero offrire a noi diabetologi strade alternative a quelle utilizzate fino ad oggi nella gestione del paziente diabetico. I pazienti attendono ansiosi.
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AGI 9 settembre 2008
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