Una dieta ricca di fibre contro il diabete
Una dieta ricca di fibre potrebbe aiutare a tenere sotto controllo il diabete di tipo 2. L’assunzione regolare di queste sostanze permetterebbe, infatti, di riequilibrare il microbiota intestinale, favorendo la proliferazione di 15 batteri che aiutano a regolare i livelli di glicemia e lipidi nel sangue e a perdere peso. Lo suggerisce una ricerca pubblicata sulla rivista Science da un gruppo di scienziati cinesi diretto da Liping Zhao, dell’Università Jiao Tong di Shanghai (Cina) e della Rutgers University di New Brunswick (Usa), che afferma: “Il nostro studio pone le basi e avanza l’ipotesi che le fibre che promuovono questo gruppo di batteri intestinali potrebbero diventare una parte rilevante della dieta e del trattamento dei pazienti diabetici”.
L’indagine ha coinvolto alcune persone affette da diabete di tipo 2, che sono state suddivise in due gruppi. I membri del primo (gruppo di controllo) hanno ricevuto le raccomandazioni sanitarie e dietetiche standard. I secondi, invece, sono stati invitati a seguire una dieta ricca di diversi tipi di fibre, che comprendeva cereali integrali e cibi medicinali della tradizione cinese, che contengono fibre alimentari e prebiotici – sostanze che stimolano la crescita dei batteri intestinali che producono acidi grassi a catena corta. Tutti i partecipanti sono stati incaricati di assumere il farmaco acarbosio per regolare il livello di glucosio nel sangue.
Dopo 12 settimane, i pazienti che avevano seguito la dieta ricca di fibre hanno mostrato una riduzione maggiore dell’emoglobina glicata – che misura la concentrazione plasmatica media del glucosio negli ultimi tre mesi – rispetto ai membri del gruppo di controllo. Inoltre, i loro livelli di glicemia a digiuno sono diminuiti più rapidamente e, complessivamente, hanno perso più peso rispetto ai soggetti del primo gruppo.
Gli scienziati hanno scoperto che fra i 141 ceppi di batteri intestinali che producono acidi grassi a catena corta, il consumo di fibre ne ha favorito soltanto 15, aiutandoli a diventare i ceppi dominanti nell’intestino e a rafforzare la produzione di butirrato e acetato. Questi due acidi grassi, spiegano gli autori, hanno creato un ambiente intestinale moderatamente acido che ha ridotto la popolazione dei batteri dannosi, ha determinato l’aumento della produzione d’insulina e ha migliorato il controllo della glicemia. I risultati della ricerca, concludono gli scienziati, supportano l’ipotesi che creare un microbiota intestinale sano potrebbe rappresentare un approccio nuovo ed efficace per prevenire e gestire il diabete di tipo 2.