La situazione attuale dei trapianti di isole in Europa
Donazione di Organi e Disponibilita’ di Pancreas in Europa I trapianti dipendono quasi esclusivamente dalla donazione generosa di organi, tessuti e cellule prelevati da cadaveri. La percentuale di donazione di organi varia da un paese all’altro a seconda delle politiche locali. Nell’anno 2000, la Spagna è stata la prima nazione al mondo con 34 donatori per milione di abitanti. Questo risultato potrebbe essere stato determinato da: – L’applicazione del principio del “consenso presunto” alla donazione da parte del soggetto che non abbia in vita espresso un parere contrario. – Il rimborso dei costi di espianto all’ospedale. Il principio del “consenso presunto” è ora stato esteso ad altre nazioni incluse: Austria, Belgio, Ungheria, Lussemburgo, Slovenia e Svezia, mentre la Germania, l’Olanda e altre chiedono il “consenso informato” dalla famiglia prima di prelevare gli organi. Questo requisito di “consenso informato” potrebbe, in parte, spiegare il basso numero di ogani donati in Germania e Olanda, rispettivamente 12 e 13 donatori per milione di abitanti nel 2000. Nel 1994, per aumentare la donazione di organi in tutto il mondo, fu costituito, da parte di tre organizzazioni internazionali sui trapianti ( Eurotransplant International Foundation, Organizacion Nacional de Transplantes di Spagna e la Partnership for Organ donation degli USA) il Donor Action program (www.DonorAction.org). Il Gruppo di Lavoro della Donor Action raccoglie i migliori risultati provenienti da tutto il mondo in materia di donazione e li traduce in esaurienti pacchetti contenenti lineeguida, risorse e metodi di formazione rivolti alle Unità di Cura Intensiva affinchè sviluppino un approccio sistematico che porti all’aumento del numero di donazioni. In Europa non esiste l’obbligo per gli ospedali di chiedere gli organi o i tessuti quando si sia in presenza di una morte cerebrale, quindi il personale medico deve essere sensibilizzato ad identificare i donatori potenziali e a sollevare il problema quando se ne presenti l’occasione. Alla metà del 2000, 26 autorizzazioni al programma della Donor Action erano state rilasciate in 17 paesi, tra cui Spagna, Olanda, Regno Unito, Belgio, Francia, Germania, Svizzera, Finlandia, Svezia, Austria, Ungheria, Polonia, Canada e Australia. Lo scopo di questo programma è di informare la popolazione sui benefici e sul bisogno della donazione di organi, e di chiedere alle persone di portare con sé una “carta del donatore”, oltre ad informare i parenti circa la propria intenzione di donare dopo la morte. Al contrario che negli USA, dove i costi di espianto sono molto alti, non ci sono altri costi , a parte il trasporto, in Europa. Molti nefrologi in Europa, non informano i loro pazienti diabetici sulla possibilità di ottenere un trapianto di pancreas e contemporaneamente, c’è scarsa informazione a riguardo. Dal 1° gennaio al 3 ottobre 2000, negli USA sono stati registrati 1031 trapianti di pancreas dall’International Pancreas Transplant Registry; nello stesso periodo, solo 162 trapianti di pancreas sono stati effettuati al di fuori degli USA (la maggior parte in Europa). In Francia, ad esempio, dove quasi 1000 pancreas si rendono disponibili ogni anno, vengono effettuati meno di 100 trapianti di pancreas. I networks europei per il trapianto di isole Il processo di isolamento delle isole umane richiede macchinari tecnici specializzati e non è ancora una procedura standardizzata. Più che mai, il successo nell’isolamento di isole in termini di numeri e di qualità delle isole isolate da un pancreas dipende da chi effettua l’isolamento. Per migliorare le capacità dei singoli laboratori, e per aumentare il pool di donatori e di riceventi con migliori caratteristiche di compatibilità immunologica, alcuni centri stanno collaborando mediante networks. Il primo network ad essere stato creato è stato il consorzio Franco-Svizzero “Groupe de Recherche Rhin Rhone Alpes Genève pour la transplantation d’Ilots de Langerhans (GRAGIL). Il GRAGIL raggruppa gli Ospedali delle Università di Besancon, Ginevra, Grenoble, Lyon e Strasburgo ed è stato recentemente ampliato, includendo Dijon e Marsiglia. I pancreas trattati in questi centri sono mandati a Ginevra, dove le isole vengono isolate dall’organo e poi ritornano ai centri per il trapianto. Il trasporto e il processo di isolamento delle isole impiega circa 6 ore. I risultati dei centri europei piu’ attivi I tre centri europei più attivi nell’eseguire trapianti di isole sono stati Giessen, Milano e Ginevra. Comunque, molti altri centri hanno offerto trapianti di isole ai diabetici, come Lille, Nantes (Francia), Oxford e Leicester (UK). Fino a poco tempo fa’, i trapianti di isole erano riservati a quei pazienti diabetici che dovessero sottoporsi a trapianto di rene. Secondo l’ultimo report dell’International Islet Registry sui trapianti di isole, eseguiti simultaneamente o dopo un trapianto di rene dal 1990 al 1997, la funzionalità delle insule (c-peptide 3 0,5ng/ml) è stata raggiunta per più di un mese nel 68% dei trapiantati e l’insulinoindipendenza nel 14%. Nell’anno 2000, il Dr Shapiro dell’Università di Edmonton, nell’Alberta, Canada, ha pubblicato risultati straordinari ottenuti in una serie di trapianti di sole isole eseguiti su pazienti diabetici di tipo 1, che avevano una funzionalità renale normale. L’insulinoindipendenza è stata raggiunta in tutti i sette pazienti per un periodo di almeno un anno dopo il trapianto. A seguito di questo esperimento, la maggior parte dei centri ha modificato i propri protocolli, seguendo le indicazioni del gruppo di Edmonton ed eliminando gli steroidi dalla terapia immunosoppressiva. Questa nuova terapia è stata possibile dopo l’introduzione del Sirolimus (RapamuneO’), un nuovo e potente immunosoppressore. Senza steroidi, gli effetti collaterali sono accettabili anche per quei pazienti che non necessitino anche di un trapianto di rene. Secondo un protocollo proposto dal gruppo di Lille (F) le isole vengono iniettate immediatamente dopo essere state isolate. E’ previsto che vengano effettuati quattro trapianti in ogni centro. Con una varietà di modificazioni nella terapia immunosoppressiva, il protocollo di Edmonton è usato ora in molti altri centri (incluso il network Franco-Svizzero GRAGIL) per trapianti di isole eseguiti dopo, o contemporaneamente al trapianto di rene. Studi recenti confermano la validità di questi trapianti per i diabetici di tipo 1, che abbiano un controllo metabolico instabile. Approcci alternativi potenziali ai trapianti di insule: ricerche in corso E’ ovvio che la domanda di trapianti di isole ecceda enormemente l’attuale disponibilità di tessuti umani. La ricerca ora si sta indirizzando verso procedure alternative per ovviare alla scarsità delle donazioni e per ridurre la necessità dell’uso degli immunosoppressori. Questo include la creazione di linee di cellule beta pancreatiche che producano insulina, la differenziazione delle cellule duttali e staminali in cellule beta, l’immunoisolamento (incapsulazione delle isole), e lo xenotrapianto (il trapianto di cellule di origine animale). Neogenesi delle cellule, linee di cellule beta produttrici di insulina, cellule staminali Una linea di cellule beta umane potrebbe fornire cellule produttrici di insulina in modo illimitato. Vari gruppi negli USA e in Europa stanno cercando di creare una linea di cellule beta introducendo dei geni dentro cellule beta umane adulte per farle moltiplicare (proliferare). La grande difficoltà, durante la proliferazione delle cellule, è preservare la capacità, unica delle cellule beta, di produrre insulina a seconda del livello di glucosio. Anche le cellule duttali pancreatiche sono candidate a creare una linea di cellule da usarsi nei trapianti di isole. Il gruppo di ricerca di Lille (F) ha precisato che, sotto condizioni di coltura specifiche, alcune cellule del dotto pancreatico hanno la capacità di differenziarsi in cellule produttrici insulina. Le cellule staminali embrionali mostrano la capacità di differenziarsi , se coltivate, in una molteplicità di linee cellulari. Oltre a considerazioni etiche, l’uso di cellule staminali embrionali umane deve affrontare anche vari problemi di carattere legale e politico. Ad esempio, in Francia, gli esperimenti che coinvolgano cellule embrionali sono vietati. Mentre in Inghilterra è legale usare queste cellule staminali embrionali. Comunque, 8 su 15 Paesi della Comunità Europea non hanno alcuna legislazione in proposito. Quindi, il discorso sulle cellule staminali embrionali resta decisamente controverso. In ogni caso, le linee di cellule bio-ingegnerizzate, una volta che siano pronte ad essere trapiantate, possono essere soggette a rigetto. Immunoisolamento, o incapsulazione Premessa all’ incapsulazione è il fatto che le cellule che producono insulina isolate in un ambiente artificiale possono essere protette dal meccanismo distruttivo del sistema immunitario che le ospita. I maggiori problemi ancora da superare nell’incapsulazione sono: – Selezione di una fonte illimitata di cellule beta – Prevenzione della morte della cellula all’interno dei dispositivi di incapsulazione (a causa del poco ossigeno e nutrimento) – Selezione di un materiale biocompatibile Induzione all’ immunotolleranza La micro-incapsulazione sembra essere la tecnica più promettente per l’immunoisolamento. Le isole, circondate da una membrana artificiale, che funge da barriera, ma che è selettivamente permeabile, possono rilasciare insulina e rispondere allo stimolo del glucosio. Per ora, la maggior parte dei gruppi di ricerca che lavorano nel campo dell’incapsulazione, hanno ottenuto l’insulinoindipendenza in modelli animali, piccoli o grandi dopo aver iniettato insule incapsulate all’interno della cavità addominale. Nel Nord America la tecnologia dell’incapsulazione è sviluppata dalle industrie, mentre in Europa sta avendo luogo a livelli accademici, e principalmente nei centri di: Losanna e Ginevra in Svizzera, Groningen in Olanda, Main in Germania e Strasburgo in Francia. Xenotrapianti delle isole Il successo nel campo degli xenotrapianti, i trapianti di tessuti o di organi da animali verso uomini, potrebbe garantire una fonte alternativa di isole. I tessuti e le cellule xenotrapiantate provocano un attacco massiccio da parte del sistema immunitario del trapiantato. Se lo xenotrapianto dovesse diventare una fonte possibile di cellule per i trapianti umani, bisognerà superare le preoccupazioni etiche e il rischio di trasmissione di malattie infettive agli uomini. La trasmissione di retovirus endogeni suini è stata dimostrata da linee cellulari e da linfociti suini verso cellule umane in vitro. La recente infezione di encefalopatia spongiforme bovina (malattia della mucca pazza) delle mucche in Europa e dell’afta epizootica potrebbero aumentare la paura del pubblico verso lo xenotrapianto. In alcuni paesi europei è legale condurre studi clinici sugli xenotrapianti. In Svizzera (secondo il referendum del 7 febbraio 1999), nessuno studio clinico riguardante xenotrapianti potrebbe essere legalmente compiuto se non preventivamente autorizzato da un comitato etico. Un gruppo di lavoro del Consiglio d’Europa sta attualmente presentando delle lineeguida su questo argomento. Conclusioni Il principio del trapianto di isole è stato dimostrato. Attualmente, vari centri in tutto il mondo offrono il trapianto di isole ad un numero circoscritto di pazienti.
Centri Europei Le persone diabetiche di tipo 1 con un controllo metabolico instabile che sono interessate a partecipare ad uno studio clinico sui trapianti di insule possono contattare i seguenti centri: Residenti in Svizzera, Francia o Europa Centrale: Residenti nel Nord della Francia Residenti nell’Ovest della Francia: Residenti in Germania: Residenti in Austria: Residenti in Italia: Residenti nel Regno Unito: Dr. S.A. White
estate 2001
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Di Christian Toso, MD, Zoltan Mathe, MD, e Jose Oberholzer, MD, del Programma di Trapianti di Insule del Professor Philippe Morel dell’Università di Ginevra, in Svizzera. Traduzione Daniela D’Onofrio da DiabetesPortal.com, Inc. |