I microinfusori

Nonostante una terapia insulinica adeguata, il frequente monitoraggio della glicemia capillare, ed una buona aderenza al regime alimentare prescritto, per alcuni pazienti diabetici in terapia insulinica raggiungere e mantenere nel tempo un soddisfacente controllo della glicemia è estremamente difficile.

Generalmente, questi pazienti presentano una storia clinica contraddistinta da una o più delle seguenti caratteristiche:
• ampie oscillazioni della glicemia, con rapide escursioni dall’ipoglicemia all’iperglicemia
• il “fenomeno dell’alba”, ovvero un aumento significativo della glicemia nelle prime ore della mattina (generalmente dalle 4.00 in avanti) che si ripercuote sul controllo glicemico dell’intera giornata
• frequenti ipoglicemie notturne, conseguenti ad un’inadeguata cinetica delle insuline ad azione intermedia somministrate alla sera, prima di coricarsi
• frequenti ipoglicemie gravi che si manifestano con coma e convulsioni o che richiedono un intervento esterno per essere risolte
Inoltre alcune persone, a causa della loro attività lavorativa che prevede orari variabili (turni) o non prevedibili, non sono in grado di rispettare una regolare somministrazione dell’insulina o dell’assunzione dei pasti.

In tutti questi pazienti, un’alternativa alla terapia insulinica intensiva (3-4 iniezioni di insulina al giorno) consiste nell’uso di un microinfusore.
Un microinfusore è una pompa-siringa miniaturizzata che rilascia insulina in continuo nel sottocutaneo.

Una siringa, alloggiata nel corpo del microinfusore, spinge l’insulina in essa contenuta all’interno di un catetere. All’estremità del catetere si trova un ago, o una cannula in teflon, che vengono posizionati nel tessuto sottocutaneo, generalmente dell’addome o a livello della coscia o dell’avambraccio.

Il microinfusore, che utilizza solamente insulina ad azione pronta o insuline ultrarapide, somministra un flusso di insulina continuo nelle 24 ore.
L’entità del flusso può essere programmata per variare automaticamente nell’arco della giornata, in base al fabbisogno individuato attraverso il frequente monitoraggio della glicemia capillare.

Il paziente, inoltre, agendo sempre sul microinfusore, programma la somministrazione di boli dell’ormone in corrispondenza dei pasti.
In questo modo, è possibile riprodurre una secrezione di insulina simile a quella garantita in condizioni fisiologiche dal pancreas e consentire una notevole flessibilità nella gestione quotidiana della malattia.

I microinfusori attualmente disponibili in commercio sono di dimensioni contenute, di uso relativamente semplice e molto affidabili, disponendo di una serie di dispositivi di sicurezza capaci di avvisare il paziente in caso di malfunzionamento. Inoltre, lo sviluppo di nuovi materiali appositamente studiati per questo impiego, come le agocannule flessibili, hanno considerevolmente migliorato il comfort del paziente che utilizza questa modalità di somministrazione dell’insulina e facilitano il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.

Indicazione all’impiego del microinfusore

Nel corso di una o più visite ambulatoriali, vengono valutati il grado del controllo metabolico esistente, la terapia insulinica in corso, l’aderenza al regime alimentare consigliato e lo status delle complicanze croniche del diabete.
Vengono illustrati al paziente i vantaggi e gli svantaggi della terapia insulinica intensiva mediante microinfusore, vengono discussi gli “obiettivi glicemici” e gli strumenti necessari per raggiungerli e mantenerli nel tempo, come l’aderenza al regime alimentare consigliato, il frequente controllo della glicemia capillare (almeno 4 determinazioni giornaliere), le frequenti visite ambulatoriali di controllo.

Istruzione del paziente all’uso del microinfusore

Il paziente per il quale viene posta l’indicazione all’impiego di un microinfusore viene istruito, nel corso di una o più sedute ambulatoriali, sugli aspetti tecnici di come caricare il microinfusore, programmare l’infusione basale e la somministrazione dei boli.

In questa occasione, vengono rivalutate le conoscenze del paziente relative ad una corretta alimentazione, alla determinazione della glicemia capillare, all’utilizzo dei valori di glicemia capillare per apportare variazioni alla terapia insulinica, all’esercizio fisico al relativo adeguamento della terapia insulinica o alimentare che questo comporta.

Inizio della terapia insulinica mediante microinfusore

L’inizio della terapia insulinica mediante microinfusore prevede, generalmente, un breve ricovero ospedaliero di 3-4 giorni durante i quali viene stabilita la dose di insulina da somministrare come livello basale e in corrispondenza dei pasti.
Il paziente prosegue poi l’istruzione sull’uso del microinfusore, con particolare riguardo al comportamento da tenere nelle situazioni d’emergenza come le ipoglicemie, le iperglicemie, il malfunzionamento del sistema di infusione, le infezioni locali (nella sede d’infusione).

Dopo la dimissione, il paziente verrà visitato ambulatorialmente ogni 1-2 settimane per aggiustare l’entità del flusso basale e e i boli, in base ai risultati dei frequenti controlli domiciliari della glicemia capillare (almeno 4 determinazioni giornaliere).
La visita ambulatoriale offre anche l’occasione di discutere i problemi che possono derivare dall’integrazione dell’impiego del microinfusore nelle attività quotidiane dei singoli pazienti.
In questo primo periodo della terapia insulinica con microinfusore, il paziente potrà contattare telefonicamente il personale medico che lo aiuterà ad affrontare eventuali difficoltà.

 

novembre 2002

 

 

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