A tutte le mamme
A tutte le mamme che, nel silenzio, continuano a chiedersi: “perchè proprio a mio figlio?”.
Alle mamme che, durante la loro gravidanza, accarezzavano il loro pancione e sentivano che tutto andava per il meglio.
A chi come me, appena avuto il piccolo fra le braccia, ha contato tutte le dita delle manine e dei piedini, come se quel numero dieci potesse garantire la perfezione della nostra creatura.
Alle mamme che continuano a chiedersi: “perchè proprio a me?”.
Alle mamme che ogni giorno studiano o applicano strategie per colmare il vuoto dei loro figli.
A chi a volte ci riesce e a volte no.
Alle mamme che sbattono il muso contro l’ignoranza, l’insensibilità, la grettezza, la superficialità, l’egoismo, la distrazione, la superiorità, la cattiveria della gente.
Alle mamme che hanno accettato i propri figli, nonostante tutto.
A chi fa ancora fatica, perchè l’idea del “per sempre” non riesce a maturare nella loro mente.
Alle mamme che si sentono dire “tuo figlio non è un soggetto grave” e nascondono la loro tristezza, l’ansia, il dolore, il bisogno di confronto, per timore che la loro voce dinanzi alle altre sia solo un coro stonato.
Alle mamme che, appoggiate a un palo o sedute a una panca, osservano i loro figli giocare al parco o nel campetto e nonostante sanno che i loro figli non sono gravi, li vedono impacciati, infantili, presi in giro, facili bersagli degli idioti, che ringhiano contro gli altri come se fossero cani, perchè in quel momento mancano loro le parole o provano a difendersi urlandone di così forbite che quelli non ne sanno nemmeno l’esistenza, e ridono, ridono di loro.
Alle mamme che non sanno se è giusto intervenire o aspettare ancora un momento, perchè correre in loro aiuto, peggiorerebbe solo la situazione e vedono i loro figli farsi piccoli piccoli in un angolo, perchè il mondo per loro è troppo difficile da vivere.
Alle mamme che ogni giorno rivolgono un pensiero a Dio e sperano e ripensano alla loro infanzia, alla loro adolescenza e pian piano qualcosa si spegne dentro perchè quella dei loro figli non assomiglierà mai alla loro.
Alle mamme che vivono con la serenità nel cuore.
Alle mamme che ormai hanno perso anche il sonno e non riescono a darsi pace.
A chi è sola o peggio, si sente sola.
A chi è sostenuta dalla famiglia e dagli amici.
Alle mamme che non hanno bisogno di spiegare la “diversità” dei loro figli, perchè è visibile lontano un miglio.
A chi invece pur spiegando, nessuno le crederà mai, perchè “non si vede”.
Alle mamme stanche, a quelle coraggiose, a quelle grintose, a quelle depresse e a quelle che non si tirano in dietro.
A noi tutte, che siamo così diverse!”
(Giulia)