Agli adolescenti serve flessibilità
Irrequieti adolescenti, come affrontare con loro la questione delle cure per il diabete? Lo studio, presentato al congresso ADA di San Francisco e, in anteprima a Parigi, durante un workshop della farmaceutica Sanofi Aventis, è stato commentato da Thomas Danne, direttore del dipartimento di Pediatria e Endocrinologia e Diabete dell’Hannover Medical School (Germania). “Questa differenza va studiata, non ne capiamo immediatamente le cause, ma sappiamo bene le difficoltà che si incontrano nella terapia con gli adolescenti”, ha detto Danne, “L’approccio migliore, in questa delicata età, è quello della responsabilizzazione, educazione e informazione. Un continuo lavoro per darsi obiettivi e verifiche, con segnalazioni dei rischi e delle varie opzioni terapeutiche. Occorre essere molto flessibili con gli adolescenti”. Altri studi riguardano il diabete di tipo 2: l’importanza di un sollecito trattamento insulinico nel caso di pazienti che non raggiungono gli obiettivi glicemici raccomandati solo con dieta, esercizio fisico (stile di vita) o medicazioni per bocca (studio TULIP, Testing Usefulness Lantus Initiated Promptly). Un’ulteriore ricerca ha coinvolto 542 pazienti con diabete di tipo 2 che non rispondono adeguatamente a soli ipoglicemizzanti orali (metformina) e trattati con il nuovo preparato iniettabile in varie dosi (dose giornaliera o in due dosi) contro placebo: buoni risultati dalla iniezione giornaliera. È iniziata a maggio la sperimentazione clinica in fase 3 di questo nuovo preparato (AVE0010, un mimetico dell’incretina GLP-1) che coinvolgerà 3800 pazienti. Infine, uno studio a 5 anni, sempre sul farmaco Lantus (insulina glargine a lunga durata di azione, somministrazione una volta al giorno) nella progressione della retinopatia, una delle più comuni complicanze causate dal diabete alla retina, in pazienti con diabete di tipo 2. Nella comparazione con l’insulina NPH (ad azione intermedia, da 50 anni preparazione cardine della terapia insulinica) non si rivelano rischi di peggioramenti nei pazienti di tipo 2.
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di Maurizio Paganelli |