Anidride carbonica contro ulcere cutanee
Non e’ solo un fattore inquinante, contro cui combattono gli ambientalisti di tutto il mondo. L’anidride carbonica puo’ essere un toccasana per i malati di diabete. Oltre un milione di italiani soffrono di ferite difficili, ovvero ulcere cutanee: sono cosi’ chiamate nel loro insieme le lesioni diabetiche, post-traumatiche, da uso di apparecchi gessati e piaghe da decubito, cioe’ tutte quelle che hanno difficolta’ a guarire e che, pur necessitando di un intervento multidisciplinare, spesso richiedono l’intervento dei chirurghi plastici. Si tratta della carbossiterapia, che consiste nell’iniettare attorno alla lesione minime quantita’ di anidride carbonica. “L’aspetto veramente nuovo della carbossiterapia”, dice il professor Carlo D’Aniello, Presidente Sicpre, “sta nel fatto di abbreviare significativamente i tempi di guarigione consentendo inoltre risultati che non erano alla portata delle terapie mediche tradizionali. Al Convegno di Asti largo spazio e’ stato dato anche alle medicazioni avanzate, alla terapia del dolore delle ulcere, ai nuovi presidi per prevenire e curare l’infezione delle ferite ed al costo sociale ed economico di questa problematica che investe molte famiglie italiane.
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(AGI) 5 novembre 2008 |