Bambini con il diabete a scuola, nuove indicazioni: chi deve fare cosa
Andare a scuola col diabete non è una passeggiata, lo sanno bene i genitori dei bambini che devono farsi iniezioni di insulina regolari per controllare la malattia: non è affatto scontato trovare sempre e comunque l’aiuto che davvero servirebbe, nonostante l’indubbio impegno di tantissimi insegnanti e operatori scolastici. Per favorire l’inserimento di bambini e adolescenti diabetici in classe, durante l’ultimo convegno della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica ha preso il via un progetto di gestione integrata dei piccoli pazienti che è promosso da SIEDP assieme al Coordinamento tra Associazioni italiane di aiuto a bambini e giovani con diabete (AGDI) e all’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO).
Chi deve fare cosa (e quando)
Il progetto prende le mosse da un documento di indirizzo del 2013, redatto dal Coordinamento delle Associazioni assieme ai Ministeri della Salute e dell’Istruzione; già in quelle pagine, infatti, si davano le principali indicazioni su chi deve fare cosa, a scuola, sia nella gestione ordinaria dei pazienti sia nelle situazioni di emergenza. Deve essere chiaro, infatti, chi può o deve controllare la glicemia o iniettare l’insulina come chi deve intervenire chiamando soccorsi in caso di crisi ipoglicemica. «Le strategie del progetto e del documento sono il risultato del confronto fra le associazioni di volontariato, le istituzioni, i referenti regionali e della scuola, la diabetologia pediatrica e i pediatri di famiglia – dice Gianni Lamenza, presidente AGDI Italia –. L’obiettivo è avere un piano condiviso di accoglienza per garantire ai bambini e ai ragazzi le migliori condizioni di permanenza a scuola, vicine più possibile alla “normalità” e allo stesso tempo in piena sicurezza».
Tante difficoltà
Il documento per ora è stato recepito formalmente da Regioni come Abruzzo, Umbria, Calabria e Sicilia ma perché venga sottoscritto anche altrove occorre verificarne l’efficienza e la fattibilità: da qui l’avvio del progetto e del comitato esecutivo che lo promuove, presieduto dal coordinatore scientifico Paola Pisanti del Ministero della Salute e composto da nove rappresentanti delle società e associazioni coinvolte. «Il bambino con diabete e la sua famiglia affrontano numerose difficoltà nella vita di tutti i giorni, in particolare a scuola – osserva Mohamad Maghnie, presidente SIEDP –. I disagi sono psicologici, per esempio sentimenti di diversità e condizioni di esclusione, ma anche pratici, come la gestione complessa della somministrazione di farmaci vitali e l’esecuzione dell’autocontrollo glicemico durante l’orario scolastico. Una scuola preparata ad affrontare queste situazioni permette al bambino una migliore e più serena gestione della malattia». Un progetto di inserimento che funzioni non sarebbe positivo solo per la gestione della malattia: come spiega Paola Pisanti «La sostenibilità della sanità italiana dipenderà dal miglioramento della qualità e dalla capacità di effettiva erogazione e fruizione di procedure diagnostiche, terapeutiche e assistenziali per chi ha una malattia. Nel caso del bambino con diabete ciò si ottiene con il coinvolgimento diretto e integrato del pediatria di libera scelta, del diabetologo pediatrico e della medicina del territorio in generale, ma anche del paziente stesso, dei familiari, delle istituzioni scolastiche».
da corriere.it