Bimbi pesanti a rischio diabete
In Italia oltre il 30 per cento di bambini e adolescenti risulta in sovrappeso e tra questi circa il 10 per cento è obeso. Lo hanno segnalato gli esperti intervenuti al Congresso Nazionale della Società italiana di Pediatria (SIP), tenutosi di recente a Montecatini. E il presidente della SIP, il professor Giuseppe Saggese, ha parlato di: «Problema sociale di entità confrontabile ad una vera e propria epidemia». Per osservare le conseguenze di questa “epidemia” non dobbiamo neanche attendere che questi bambini diventino adulti. Già i primi segni sono visibili come, ad esempio, il netto aumento di diabete di tipo 2. Se dieci anni fa il rapporto tra diabete 1 e diabete 2 era, in bambini ed adolescenti, di 1-2 casi ogni 100, oggi è salito a 8-10 ogni 100. La differenza sostanziale tra i due tipi di diabete è che mentre il “tipo 1” è la conseguenza di una mancata produzione di insulina da parte del pancreas (generata da una malattia autoimmunitaria), il “tipo 2” si manifesta quando il pancreas eccessivamente sollecitato nella produzione di insulina, spesso proprio a causa di una alimentazione eccessiva e non corretta, comincia a perdere la capacità di produrla in quantità sufficiente. Ed è quello che rischia di accadere ai bambini, ma maggiormente agli adolescenti, obesi. Le conseguenze negative dell’obesità infantile non si fermano però al diabete. «Esistono prove» spiega Saggese «che l’obesità è di per sé un fattore di rischio cardiovascolare anche nel bambino e che all’eccesso di peso sono spesso correlati valori fuori norma della pressione arteriosa, riscontrabili già nei bambini delle scuole elementari». «Inoltre, – prosegue il professor Saggese – si stanno registrando sempre più spesso tra gli adolescenti segni della cosiddetta “sindrome metabolica”, finora considerata una patologia dell’adulto». La sindrome metabolica – il cui manifestarsi accresce il rischio di diabete di tipo 2 e di patologie cardiovascolari – è caratterizzata dalla contemporanea associazione di diversi fattori di rischio metabolici (come l’aumento oltre soglia del colesterolo, dei trigliceridi e della pressione arteriosa). Come intervenire? Guarire dal diabete di tipo 2, come dalla sindrome metabolica, non è cosa né facile né certa: molto meglio puntare sulla prevenzione. «L’obesità – spiega Saggese – è una malattia multifattoriale con un’inequivocabile componente genetica, ma condotta alimentare e stili di vita sono cause altrettanto importanti, e probabilmente preminenti, per il suo sviluppo. I comportamenti maggiormente critici sono un’alimentazione non equilibrata e spesso eccessiva, la scarsa attività fisica e sportiva e l’eccessiva sedentarietà. Dobbiamo quindi intervenire non solo sul bambino, ma anche sulla famiglia e sulla scuola, perché per modificare i comportamenti è essenziale anche un approccio culturale diverso. Non dimentichiamoci che nella tradizione popolare, dura a morire, un bambino grassottello è un bambino che è sano e sta bene». |
di MAURIZIO TUCCI da: “Corriere della Sera” del 09.10.05 |