Categoria: Complicanze

Diabete e sorriso: la guida con 6 cose da fare che (forse) non sapevi

Non tutti sanno che diabete e salute orale hanno una relazione stretta: secondo gli esperti, infatti, i pazienti diabetici hanno più probabilità di avere malattie parodontali, mentre le persone con parodontite tendono a sviluppare il diabete[1]. Questo perché, da una parte, la parodontite – malattia infiammatoria gengivale – infiamma le gengive aumentando la

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Obesità, Fda approva tirzepatide di Lilly, inizia la sfida a semaglutide

L’Fda ha annunciato l’approvazione di tirzepatide di Eli Lilly,  doppio agonista GIP e GLP-1, per la gestione cronica del peso corporeo in eccesso. Iniettabile settimanalmente, il farmaco sarà commercializzato con il nome di Zepbound per i pazienti adulti affetti da obesità o per coloro che sono in sovrappeso e presentano almeno una condizione legata

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Diabete e vista: un algoritmo per la diagnosi della retinopatia diabetica

DAIRET® (Diabetes Artificial Intelligence for RETinopathy), un sistema di intelligenza artificiale per la valutazione automatizzata della retinopatia diabetica, ha dimostrato una sensibilità del 100 per cento nell’individuazione dei casi di grado moderato o severo, ovvero forme della malattia che possono mettere a rischio la vista e che richiedono quindi l’intervento dell’oculista.

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Giornata mondiale della vista: occhio (anche) al diabete

In occasione della Giornata Mondiale della Vista i diabetologi lanciano un appello per sottolineare l’importanza dell’adesione agli screening oftalmologici da parte delle persone con diabete. Sono infatti gli adulti in età lavorativa (tra 16 e 65 anni) i soggetti a maggior rischio di sviluppare problemi della vista e 1 milione quelli con retinopatia

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ESC 2023 – La sindrome metabolica è collegata a infarti e ictus più precoci

Le persone di mezza età affette da sindrome metabolica, caratterizzata da aumentata circonferenza vita, pressione arteriosa elevata, colesterolo e livelli di glucosio leggermente elevati, subiscono attacchi cardiaci e ictus circa due anni prima rispetto ai coetanei che non presentano questi fattori di rischio. È quanto emerge da una nuova ricerca

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