Categoria: Il diabete tipo 2

L’Agenzia Europea dei Medicinali esamina i dati sui rischi a livello del pancreas per le terapie basate sul GLP‐1 (incretino‐mimetici) nel trattamento del diabete ditipo 2

L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) sta riesaminando i dati di un gruppo di ricercatoriuniversitari indipendenti che suggeriscono un aumento del rischio di pancreatite (infiammazionedel pancreas) e modificazioni cellulari pre‐cancerose chiamate metaplasie del dotto pancreaticonei pazienti con diabete di tipo 2 trattati con le cosiddette terapie basate sul GLP‐1 (agonisti delrecettore

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GLP-1 agonisti: non solo ipoglicemizzanti, ma anche antipertensivi

Nei pazienti con diabete di tipo 2, il trattamento con exenatide o liraglutide, agonisti del recettore GLP-1 (glucagon-like petide-1), riduce la pressione arteriosa sistolica e diastolica da 1 a 5 mmHg rispetto ad altri farmaci antidiabetici, compresi insulina, glimepiride e placebo. Lo dimostra una meta-analisi realizzata in Cina e pubblicata

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PUFA ritardano il danno renale nei diabetici

La somministrazione di acidi grassi poliinsaturi omega 3 (PUFA) in pazienti diabetici di tipo 2 con evidenza di iniziale danno renale sembra essere protettiva nell’evoluzione del danno stesso. Questo risultato importante è in fase di pubblicazione sulla rivista Diabetes Care.Questo studio randomizzato, controllato e con crossover aveva lo scopo di valutare

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Postmenopausa e diabete di tipo 2: raloxifene riduce il rischio fratturativo ma anche quello cardiovascolare

Secondo uno studio giapponese pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Metabolism, il trattamento di donne in menopausa affette da diabete di tipo 2 con raloxifene – modulatore selettivo dei recettori per gli estrogeni (SERM) – riduce la colesterolemia-LDL e l’omocisteinemia, senza alterare il metabolismo glucidico, indicando un potenziale miglioramento sia

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Ridotta progressione dell’aterosclerosi nel diabete di tipo 2 grazie agli inibitori della DPP-IV

La ridotta frequenza di escursioni della glicemia determinata dalla somministrazione di inibitori della DPP-IV – secondo uno studio della Seconda Università di Napoli, pubblicato online su Atherosclerosis – può ridurre la progressione del processo aterosclerotico in pazienti con diabete di tipo 2, probabilmente attraverso la diminuzione, ogni giorno, dell’infiammazione e

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Diabetici infartuati, la variabilità glicemica durante trattamento insulinico non è un fattore prognostico negativo

Nei pazienti affetti da diabete di tipo 2 colpiti da infarto miocadico acuto (Ima) il rischio a 1 anno di morte, reinfarto o ictus non è in relazione alla variabilità glicemica, potenziale effetto di un trattamento insulinico per il controllo glicemico. In particolare, la variabilità glicemica nelle fasi iniziali di

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La metformina, principale farmaco per il tipo 2, funziona bloccando gli effetti dell’ormone glucagone

La metformina è un farmaco di largo impiego nella cura del diabete mellito di tipo 2. Poco noto è tuttavia il suo meccanismo d’azione.Un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature chiarisce questo enigma. La metformina sarebbe in grado di inibire l’azione dell’ormone glucagone che è un’azione responsabile della sintesi e

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Il fruttosio, usato come sostituto di altri zuccheri, non attiva le aree cerebrali coinvolte nel meccanismo della sazieta’

E’ già stato dimostrato che l’assunzione di fruttosio si associa ad un aumento dell’obesità e di ridotta azione dell’insulina ma come questo avvenga è poco chiaro. Un gruppo di ricercatori americani ha effettuato la risonanza magnetica cerebrale in un gruppo di volontari sani dimostrando che l’assunzione di glucosio si associava

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