C’è un nuovo pancreas nel tuo futuro?
I trapianti di pancreas sono stati per molto tempo, tra i vari trapianti di organi, quelli con la più alta percentuale di complicazioni, ma i dati stanno cambiando. Infatti, nuove tecniche chirurgiche e nuovi medicinali postoperatori hanno notevolmente alzato la percentuale di successo nel lungo periodo in pazienti diabetici insulinodipendenti. “A questo punto, ogni diabetico in attesa di ricevere un trapianto di rene, dovrebbe automaticamente considerare la possibilità di un trapianto di pancreas simultaneo.” Questo è quello che ha detto Paul R. Robertson dell’Università di Washington , Seattle, in un’intervista con Mediconsult. “Non c’è motivo per non farlo. Il paziente può tornare insulinoindipendente e persino proteggere meglio il rene trapiantato. E’ puro buon senso”. Anche il trapianto di solo pancreas potrebbe essere preso in considerazione in alcuni tipi di diabetici. “E’ importante considerarlo per quei pazienti che non riescono a raggiungere una stabilità metabolica e per quelli che vanno spesso in ipoglicemia. Questi pazienti hanno degli enormi problemi nella quotidianità, dal guidare la macchina, al lavorare, al prendersi cura dei bambini”. Mentre il trapianto di solo pancreas non ha la stessa percentuale di successo di quello combinato (rene-pancreas), in quanto è più difficile diagnosticare quando il pancreas sta per essere rigettato, Robertson sottolinea che la percentuale di successo è comunque “simile a quella di altri organi comunemente trapiantati. Non c’è motivo di negare al paziente questo intervento”. “Una cura chirurgica per il diabete ora è possibile”, concordano i ricercatori dell’Università del Minnesota nel numero del febbraio 2000 degli ”Annals of Surgery”. Tra i 580 pazienti trapiantati studiati, la percentuale di complicazioni postoperatorie che hanno richiesto ulteriori interventi, è scesa dall’oltre 30% degli anni 80 a solo il 16% della metà degli anni 90. I ricercatori attribuiscono questo miglioramento a più moderne tecniche chirurgiche, a migliori medicine che prevengono le infezioni, a migliori immunosoppressori per prevenire il rigetto. Anche i ricercatori della Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota, sostengono l’utilità di un incremento dei trapianti di pancreas. Finora, questi sono stati fatti solo su diabetici che avevano bisogno di un trapianto di rene. In gennaio i ricercatori hanno concluso che è tempo di considerare il trapianto quale prevenzione dell’insufficienza renale “Trapiantando il pancreas in soggetti con insufficienza renale ad uno stadio iniziale, quando le condizioni generali sono migliori, sia la percentuale di sopravvivenza del paziente, che del nuovo organo aumentano. Tra l’altro, la qualità della vita del paziente potrebbe essere migliorata e l’insufficienza renale terminale ridotta.” Questo è quanto hanno concluso i ricercatori della Mayo. Dato che finora la maggior parte dei trapianti è stata effettuata su pazienti con già grave insufficienza renale, gli esperti non sanno ancora cosa succederà quando tale procedura sarà applicata su pazienti in migliori condizioni. I risultati dei ricercatori indicano che la maggior parte dei diabetici che ricevono un nuovo pancreas diventano insulinoindipendenti e raggiungono un normale controllo metabolico. Negli ultimi anni, i trapianti di pancreas eseguiti simultaneamente a quello di rene hanno, dopo 5 anni dall’intervento, una percentuale di successo del 90%, quelli di solo pancreas quasi gli stessi risultati. Non solo questi interventi ripristinano le normali funzioni pancreatiche, ma gli studi suggeriscono che possono anche prevenire o, rendere reversibili, le complicanze causate dall’insufficienza renale quando il pancreas e il rene sono trapiantati simultaneamente, dicono i ricercatori della Mayo. Altri studi sostengono questi risultati. Esperti dell’Università di Washington, Seattle riferiscono nel numero di gennaio 2000 di Diabetes Care che il trapianto di pancreas può migliorare la funzionalità renale e persino far regredire alcuni dei danni provocati dal diabete. Si stanno facendo studi per accertare se il trapianto eseguito precocemente possa prevenire completamente le complicanze del diabete. Ma Robertson pensa che il trapianto di pancreas verrà presto sostituito da un altro tipo di intervento: il trapianto di insule. Nel diabete di tipo 1, queste cellule pancreatiche non producono più insulina, e molti ricercatori stanno cercando di curare il diabete trapiantando, non l’intero pancreas, ma solo le insule. “Questo è dove speriamo di arrivare”, ha detto Robertson. “Questi nuovi interventi non comportano una procedura chirurgica così importante ed invasiva, si tratta solo di inserire le insule tramite un ago nel fegato”. Robertson sottolinea che i ricercatori riferiscono risultati straordinari da questa nuova tecnica . “ Ci sono centri di ricerca che stanno conducendo degli esperimenti (trials) e questo potrebbe essere l’anno in cui questa tecnica sarà estesa anche ad altri centri”. “Se questi studi si dimostreranno validi, sostiene Robertson, ci potrebbe essere una svolta nella cura del diabete”. Gli esperti stimano che il 30% dei diabetici sviluppano complicanze a carico dei reni, facendo del diabete la prima causa di insufficienza renale negli Stati Uniti. Una volta che questo succede, il paziente si trova a dover affrontare la dialisi, o il trapianto di rene, o la morte. E’ per questo che gli studiosi della Mayo sono alla ricerca di terapie che possano prevenire o rallentare l’insorgenza dell’insufficienza renale causata dal diabete. Anno 2000 |
Traduzione Daniela D’Onofrio da DiabetesPortal.com, Inc. |