Subdola e silenziosa, si scopre spesso ad anni dall’esordio: è la celiachia, malattia dell’intestino indotta dal glutine, proteina del frumento, dell’avena, dell’orzo, della segale, del farro, del kamut, della spelta e del triticale. In Italia ne soffre una persona su 18, con forte componente genetica. Quando e come si manifesta? “Tra i 9 mesi e i 2 anni con diarrea, calo ponderale, vomito, gonfiore addominale, arresto della crescita. Nell’adulto con anemia da carenza di ferro, aumento delle transaminasi epatiche, dolori addominali, gonfiore. Talvolta i sintomi orientano per un colon irritabile, con un ritardo diagnostico di anni”, dice Gaetano Iaquinto, direttore della Gastroenterologia all’ospedale Moscati, di Avellino. “Ci sono anche forme clinicamente silenti diagnosticate dopo controlli occasionali”. Come si riconosce? “Con alcuni esami del sangue tra cui gli anticorpi antitransglutaminasi ed antiendomisio e, nei bimbi sotto i 3 anni, gli anticorpi antigliadina. La biopsia intestinale inquadra l’atrofia intestinale”.
Si associa ad altro? “Essendo una malattia autoimmune, può associarsi al diabete mellito tipo 1, alla tiroidite autoimmune, alla epatite autoimmune e altro”. Le cure? “Una rigorosa alimentazione senza glutine è l’unica terapia”.
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