Cittadinanzattiva e Fand: “Piano recepito solo da 13 Regioni”. Un documento in 10 mosse per attuarlo
Attivare in tutte le Regioni le Commissioni regionali per il diabete e valorizzarne a pieno il ruolo, LEA specifici per la patologia, priorità alla prevenzione, accesso appropriato alle prestazioni sanitarie, anche quelle innovative, attraverso un valido processo di HTA, riduzione delle difformità regionali per garantire di fatto le stesse opportunità terapeutiche a tutti i pazienti affetti da diabete. Queste alcune delle indicazioni contenute nella “Raccomandazione civica sulla malattia diabetica” presentata stamani a Roma presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana da Cittadinanzattiva e Fand, l’Associazione italiana diabetici, con il contributo di un tavolo di lavoro di esperti composto da A.D.I. -Associazione italiana di Dietetica e nutrizione clinica, AMD -Associazione Medici Diabetologi, FIMMG –Scuola nazionale di Medicina degli stili di vita, IPASVI -Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali, SID -Società Italiana Diabetologia, SIFACT -Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia, SIMG -Società Italiana Medicina Generale – Area metabolica, SNAMID -Società nazionale di aggiornamento per i MMG.Il diabete, ricordano Cittadinanzattiva e Fand, è una delle malattie cronico-degenerative più diffuse in Italia (prevalenza: 5% della popolazione), gravata da molteplici complicanze sia sull’attesa che sulla qualità della vita del paziente. Le Regioni con maggiore incidenza di diabete sono la Basilicata (7,8%) e la Calabria (7,6%). I costi sanitari diretti del diabete rappresentano il 10-15% dei costi dell’assistenza sanitaria, con un costo pro-capite pari a 3.348 euro l’anno per paziente.
Obiettivo del documento è dunque promuovere l’implementazione sostanziale del Piano Nazionale Diabete su tutto il territorio nazionale, “nonché riaffermare la centralità della garanzia dei diritti dei pazienti nelle politiche sanitarie pubbliche, come quelli all’accesso, alla qualità, alla personalizzazione, all’innovazione e alla sicurezza delle cure”.
La Raccomandazione è rivolta a tutti gli stakeholder impegnati nel percorso assistenziale della persona con diabete, così come ai decisori nazionali o locali coinvolti.
“Il Piano Nazionale Diabete è stato pubblicato nella G.U. del 7 febbraio 2013. Pur rappresentando l’atto di programmazione sanitaria più avanzato, unico Piano Nazionale per una specifica patologia, la piena riuscita del Piano è subordinata alla sua effettiva attuazione da parte di Regioni e Province Autonome, nonché da una costante attività di vigilanza, tanto istituzionale quanto civica”, ricordano i promotori della Raccomandazione.
“Per garantire i diritti delle persone con diabete è necessario un cambio di passo da parte di tutte le Istituzione coinvolte. Infatti, ad oltre 1 anno dalla pubblicazione del Piano Nazionale Diabete, sono ancora solo 13 le Regioni Italiane che lo hanno recepito formalmente e il recepimento da solo non basta. Un altro nodo da affrontare è quello sollevato dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD), dalla Società Italiana di Diabetologica (SID) e dall’Associazione Italiana Diabetici (FAND), rispetto alle nuove indicazioni prescrittive per le terapie basate sulle incretine definite dall’AIFA. Su questo chiediamo che l’AIFA e il Ministero della Salute attivino subito un tavolo di confronto con le Società scientifiche e con le Associazioni di pazienti e cittadini al fine di superare le attuali difficoltà. Nei prossimi giorni Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato interverrà con azioni mirate e concrete presso le Regioni inadempienti”, ha spiegato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato.
Affinché si possa giungere alla piena attuazione e implementazione del Piano Nazionale Diabete, Cittadinanzattiva e Fand avanzano dunque dieci proposte di carattere politico, economico, sociale e sanitario che, se attuate, migliorerebbero, secondo le due associazioni, l’assistenza socio-sanitaria alle persone con malattia diabetica.
Queste, in estrema sintesi, le 10 mosse proposte:
1) dare piena attuazione al piano nazionale diabete e implementarlo a livello regionale
2) attivare le commissioni regionali per il diabete
3) priorità alla prevenzione
4) definire livelli essenziali di assistenza specifici per la patologia
5) individuare pdta e modello della rete dei servizi
6) garantire un equo accesso alle terapie farmacologiche
7) empowerment delle associazioni e dei pazienti
8) formazione continua per i professionisti, adeguata informazione per i pazienti
9) innovazione e health technology assessment
10) rafforzare il sistema di valutazione, la lotta agli sprechi e la valorizzazione delle best practice