Contro l’obesità prima del bisturi c’è il palloncino
Avevo preannunciato di voler riassumere le indicazioni principali della chirurgia bariatrica per evitare che gli insuccessi delle diete scoraggiassero i “grandi obesi” fino alla rassegnazione o, viceversa, per non indurli innanzi tempo ad interventi chirurgici che non debbono essere una scorciatoia ma, semmai, una soluzione possibile ed utile solo dopo il fallimento dei trattamenti dietetici e comportamentali. Prima, però, di sintetizzare i pro e i contro della chirurgia bariatrica penso sia utile accennare al palloncino intragastrico (BIB), una metodica che “per facilità d’impiego ha goduto e gode di grande compliance sia da parte dei pazienti, sia da parte dei chirurgi”. Questa asserzione, ripresa dal “Manualetto di chirurgia dell’obesità” del chirurgo Nicola Basso, sintetizza il successo di un trattamento dell’obesità patologica che non è più solo “medico” ma non ancora chirurgico. Il BIB viene introdotto dall’endoscopista con la stessa tecnica innocua usata per esplorare lo stomaco in sedazione cosciente. Il pallone, alloggiato al di sotto del cardias, viene poi riempito con 500-700 ml di soluzione fisiologica e con poche gocce di blu di metilene che, in caso di fissurazione del BIB o di cattiva tenuta della valvola, rappresentano una spia di sicurezza per la capacità di colorare le urine. La durata media della procedura è di circa 12 minuti e da quel momento il BIB contribuisce con diversi meccanismi al dimagrimento; in primo luogo col peso che stimola i barocettori localizzati a livello delle pareti gastriche e quindi sollecita in via riflessa il centro della sazietà. Inoltre, si ha un rallentamento nello svuotamento gastrico e il paziente diminuisce il suo interesse per i pasti a causa di un latente senso di nausea, sazietà e talora vomito, in caso di improbabili eccessi alimentari. L’efficacia del BIB nell’indurre la perdita di peso non è dovuta ad un effetto placebo ma alle caratteristiche peculiari del dispositivo, tali da limitare l’appetito e scoraggiare quelle abbuffate da cui non sanno difendersi neppure gli obesi più motivati nel seguire la dieta. Il rapido calo indotto dal BIB incoraggia i pazienti e controbilancia i loro eventuali fastidi digestivi con il miglioramento di altri e più importanti parametri fisiologici, come la funzionalità respiratoria, le apnee notturne o l’iperglicemia nei diabetici. Altro punto a favore del pallone intragastrico deriva dal suo impiego come trattamento pre-operatorio, sia per facilitare successivi interventi chirurgici, sia per predire l’entità del calo di peso che potrà derivarne ai pazienti da avviare a un più impegnativo intervento di “bendaggio gastrico regolabile”. Le complicanze maggiori (ostruzione, perforazione e ulcera gastrica) sono, in una casistica ormai vasta, meno dello 0,96 per cento e quindi è prevedibile e giusto che i troppi insofferenti delle diete ricorrano anche al BIB per ritrovare impegno e perseveranza nei loro sacrifici dietetici o per testare i vantaggi che potranno ricavare da un vero e proprio intervento di chirurgia bariatrica, dal bendaggio gastrico regolabile alla gastroplastica verticale. Non ritengo utile ipotizzare a quale livello di indice di massa corporea (IMC) si possa o debba consigliare il BIB, perché l’esperienza clinica insegna che fra 30 e 40 di IMC si possono avere soggetti con fattori di rischio (diabete, ipertensione, obesità ventrale, eccetera) che giustificano o meno quegli interventi di chirurgia bariatrica che con IMC superiore a 40 sono quasi sempre opportuni o indispensabili…
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di Eugenio Del Toma 28 febbraio 2008
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