Controllo glicemico e perdita di peso, una metanalisi mostra la superiorità di tirzepatide #EASD23

Nel controllo della glicemia e nella perdita di peso l’antidiabetico tirzepatide è risultato superiore a semaglutide, come rilevato da una metanalisi di 22 studi randomizzati e controllati. I dettagli saranno presentati in occasione dell’imminente congresso della European Association for the Study of Diabetes (EASD).

«L’analisi ha evidenziato prestazioni superiori di tirzepatide rispetto a semaglutide per via sottocutanea nel gestire i livelli glicemici e nella perdita di peso e indicano che tirzepatide è un’opzione promettente nella gestione farmaceutica del diabete di tipo 2» ha affermato il primo autore Thomas Karagiannis della Aristotle University of Thessalonik di Salonicco, in Grecia. «Nell’ambito dei trial clinici le dosi più elevate dei due farmaci hanno messo in luce una chiara differenza nella quantità di peso perso, con tirzepatide che ha consentito un calo ponderale di 5,7 kg superiore rispetto a quello raggiunto con semaglutide».

Anche se sono stati condotti numerosi studi su tirzepatide, un duplice agonista del GIP/GLP-1, e semaglutide, un agonista selettivo del GLP-1, sono disponibili pochi trial di confronto diretto tra i due farmaci. Per comprendere meglio le differenti potenzialità, i ricercatori hanno condotto una metanalisi di 22 studi che comprendeva due confronti diretti (studio SURPASS-2 e uno studio più piccolo) e altri 20 studi che confrontavano semaglutide o tirzepatide con un comune comparatore, come placebo, insulina basale o altri GLP-1 agonisti. La letteratura inclusa nell’analisi comprendeva un totale di oltre 18mila partecipanti.

Tutti gli studi avevano valutato una dose di mantenimento di tirzepatide di 5, 10 o 15 mg una volta a settimana oppure di semaglutide a dosi di 0,5, 1,0 o 2,0 mg una volta a settimana per almeno 12 settimane. Tutti i confronti riguardavano formulazioni per iniezione sottocutanea.

Tirzepatide superiore nel controllo glicemico
L’analisi ha evidenziato che tirzepatide alla dose di 15 mg ha la massima efficacia nella riduzione dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c) rispetto al placebo, con una differenza media del -2,00%, seguita da tirzepatide 10 mg (-1,86%) e semaglutide 2,0 mg (-1,62%). Tutte e tre le dosi di tirzepatide hanno comportato riduzioni significativamente superiori della HbA1c rispetto alle rispettive dosi bassa, media e alta di semaglutide, come ha riferito Karagiannis, aggiungendo che una riduzione anche dello 0,5% è spesso considerata clinicamente importante.

Tirzepatide superiore nella perdita di peso
Le riduzioni del peso corporeo sono state maggiori con tirzepatide, pari a -10,96 kg, -8,75 kg e -6,16 kg rispettivamente con le dosi da 15, 10 e 5 mg in confronto a semaglutide (-5,24 kg, -4,44 kg e -2,72 kg rispettivamente con le dosi da 2,0, 1,0 e 0,5 mg).

In termini di confronti tra farmaci, tirzepatide 15 mg ha comportato una riduzione media del peso corporeo maggiore di 5,72 kg rispetto a semaglutide 2,0 mg, tirzepatide 10 mg una riduzione media di 3,52 kg superiore rispetto a semaglutide 2,0 mg e tirzepatide 5 mg una riduzione media maggiore di 1,72 kg rispetto a semaglutide 1,0 mg.

Maggiori eventi avversi gastrointestinali con la dose più alta di tirzepatide
Trai vari dosaggi dei due farmaci, con tirzepatide alla dose di 15 mg è stato riportato il tasso più alto di eventi avversi gastrointestinali, con un rapporto di rischio (RR) di 3,57 rispetto al placebo per la nausea, un RR di 4,35 per il vomito e 2,04 per la diarrea.

Tra le due molecole non sono invece state riscontrate differenze significative in termini di effetti collaterali gastrointestinali, a eccezione della dose più alta di tirzepatide, 15 mg, che aveva un rischio di vomito maggiore rispetto a semaglutide 1,0 mg (RR 1,39) e semaglutide 0,5 mg (RR 1,85). Inoltre tirzepatide 15 mg presentava un rischio più elevato di nausea rispetto a semaglutide 0,5 mg (RR 1,45).

Non sono state riscontrate differenze significative tra i due farmaci e il placebo nel rischio di eventi avversi gravi.

Quali risvolti nella pratica clinica reale?
Come ha osservato Karagiannis, i risultati indicano che i benefici derivanti dall’efficacia della dose più elevata di tirzepatide devono essere bilanciati con i potenziali effetti collaterali. «Anche se l’efficacia della dose più elevata sembrano rendere tirzepatide una scelta favorevole, il suo impiego nella pratica clinica reale dipende dalla capacità di un individuo di tollerare questi effetti collaterali nel caso in cui si verifichino» ha spiegato. «Alcuni pazienti potrebbero dare priorità alla tollerabilità rispetto a una maggiore efficacia e, per avere un quadro più chiaro della tollerabilità di questi dosaggi al di fuori del contesto degli studi randomizzati e controllati, sarebbero necessari studi osservazionali ben progettati».

Un altro fattore che potrebbe incidere sulla scelta di utilizzare l’uno o l’altro trattamento è il costo. Una recente analisi ha riportato che il costo per una riduzione dell’1% del peso corporeo è pari a $ 1.197 per tirzepatide 15 mg rispetto a $ 1.511 per semaglutide 2,4 mg, le dosi più alte, con un costo complessivo per 72 settimane di terapia con tirzepatide di $ 17.527 dollari rispetto a $ 22.878 con semaglutide.

Attualmente semaglutide è approvato dalla Fda per il trattamento del diabete di tipo 2 e per la gestione dell’obesità/perdita di peso, mentre tirzepatide ha ottenuto l’approvazione per il trattamento del diabete di tipo 2 ma non per la gestione del peso, per la quale è stata presentata una richiesta di approvazione.

Referenze

Annual Meeting of the European Association for the Study of Diabetes (EASD). Abstract #5. To be presented October 3, 2023.

 

 

da Pharmastar

 

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