Coronavirus. Le indicazioni per diabetici, ipertesi, cardiopatici, per chi ha avuto un ictus e per altre malattie endocrinologiche
I diabetici, gli iposurrenalici, i pazienti con sindrome di Cushing, gli obesi e i malnutriti sono i pazienti endocrinologici maggiormente a rischio di contrarre infezione e complicanze da virus Sars-CoV-2 (Covid-19).A renderlo noto sono gli endocrinologi dell’Associazione Medici Endocrinologi (Ame) che, per fronteggiare l’emergenza sanitaria, hanno diffuso indicazioni utili da seguire per i propri pazienti, riprese dalle principali società scientifiche internazionali, in particolare dall’European Society of Endocrinology e dall’American Association of Clinical Endocrinologists.
L’infezione da Covid-19 sta ponendo nuovi interrogativi alla ricerca scientifica internazionale che sta studiando la reale prevalenza della malattia e il suo vero tasso di mortalità. I sintomi generali del Covid-19 sono relativamente aspecifici e simili alle altre infezioni virali respiratorie: febbre, tosse, mialgie, dispnea. Il quadro clinico della malattia varia da forme pauci-sintomatiche con segni e sintomi aspecifici a una malattia respiratoria acuta severa con polmonite, insufficienza respiratoria e shock settico. Probabilmente nei casi più gravi si manifesta una reazione esagerata del sistema immune che aggredisce i polmoni e determina un quadro di Ards (Acute Distress Respiratory Syndrome) e sono segnalate anche infezioni asintomatiche.
Per tutti i pazienti endocrinologici, sottolinea l’Ame, oltre all’osservanza delle prescrizioni di legge sul distanziamento sociale, valgono innanzitutto le regole generali, che ricordiamo:
1. Lavare regolarmente le mani con acqua e sapone, per almeno 20 secondi, specialmente prima di mangiare e di bere e dopo aver utilizzato i servizi, soffiato il naso, tossito o starnutito.
2. Quando non è disponibile acqua e sapone, usare un disinfettante alcolico.
3. Coprire il naso e la bocca quando si starnutisce o si tossisce, utilizzando la piega del gomito o un fazzoletto di carta da buttare dopo l’uso. 4. Evitare il più possibile di toccare occhi, bocca e naso.
Per quanto riguarda le malattie endocrinologiche più diffuse e associate al Covid-19, l’AME ha diffuso una serie di indicazioni divise per patologia:
Diabete mellito
I pazienti diabetici, specialmente con diabete di tipo 2, sono ad alto rischio di COVID-19, perché frequentemente anche anziani, ipertesi, obesi e cardiopatici. L’iperglicemia cronica deprime il sistema immunitario, condizione che determina un alto rischio di morbilità e mortalità in qualsiasi malattia infettiva. Tra i casi mortali di Wuhan in Cina le comorbilità più frequenti erano: ipertensione (53.8%); diabete (42.3%); pregressa cardiopatia (19.2%); pregresso ictus (15.4%). Inoltre, i dati attualmente disponibili indicano che l’infezione potenzia il danno miocardico e svela cardiopatie sottostanti come nuovi fattori di rischio per complicazioni severe e peggioramento della prognosi.
Indicazioni per i pazienti con diabete mellito:
1. Adottare le misure di prevenzione del contagio della popolazione generale in maniera ancora più stretta ed evitare il contatto anche con i familiari conviventi.
2. Mantenere un buon controllo glicemico, perché ciò potrebbe aiutare a ridurre il rischio stesso di infezioni e modulare la severità dell’espressione clinica della malattia.
3. Evitare le visite di controllo non indispensabili, al fine di evitare i luoghi affollati come le sale d’aspetto. Sono raccomandate le visite telefoniche e le e-mail, in maniera da usufruire del supporto del team curante e garantire il miglior controllo della malattia.
4. Procurarsi quantità adeguate di farmaci e gli strumenti per l’auto-monitoraggio glicemico per tutto il periodo di confinamento in casa.
5. In caso di COVID-19, con possibile peggioramento del controllo glicemico, comportarsi come di solito si fa nei casi di emergenza medica, seguendo le regole già note, contattare il team medico curante, telefonicamente o per e-mail, per tutte quelle misure necessarie per evitare il rischio di peggioramento grave del compenso glicemico; contattare uno specialista pneumologo o infettivologo o di medicina d’urgenza per evitare le complicanze sistemiche più gravi della infezione virale.
Insufficienza surrenalica
La terapia sostitutiva dell’insufficienza surrenalica può determinare valori sopra-fisiologici di cortisolo durante il giorno, in grado di deprimere le difese immunitarie di questi pazienti. Inoltre, nei casi di stress o infezione la dose di terapia sostitutiva deve essere aumentata di 2 o 3 volte e, nei casi di grave stress, può manifestarsi un quadro di insufficienza surrenalica acuta, che richiede la somministrazione immediata di idrocortisone im.
Molti pazienti sono in possesso di una card che identifica il loro stato di iposurrenalismo e facilita l’accesso al trattamento in urgenza. Alla luce dei dati disponibili, non vi è attualmente evidenza che i pazienti con iposurrenalismo siano a maggior rischio di ammalarsi di Covid-19, ma è noto che, in generale, sia i pazienti con morbo di Addison che con iperplasia surrenalica congenita hanno un rischio aumentato di contrarre infezioni e di mortalità da infezioni del sistema respiratorio. In particolare, il morbo di Addison si associa a una ridotta efficienza del sistema immunitario, con deficit funzionale dei neutrofili e dei linfociti natural killer, per cui è logico attendersi un rischio aumentato di complicanze mediche e una maggiore mortalità da Covid-19.
Indicazioni per i pazienti:
1. Adottare le misure di prevenzione del contagio della popolazione generale.
2. Continuare ad assumere regolarmente la terapia abituale.
3. Aumentare il dosaggio della terapia sostitutiva, come negli altri casi di rialzo termico, non appena compaiono i primi sintomi, come da prescrizione dell’endocrinologo curante.
4. Contattare subito l’endocrinologo curante in caso di febbre, tosse, dispnea o altri sintomi.
5. In caso di febbre > 39°C e/o nausea, vomito, diarrea, deve essere subito somministrato idrocortisone 100 mg im, ripetibile se occorre.
6. È indispensabile avere in casa scorte sia dell’usuale terapia sostitutiva orale che di quella parenterale d’emergenza, per evitare crisi surrenaliche.
7. Mostrare al personale sanitario d’emergenza la card dell’iposurrenalismo.
Sindrome di Cushing
I pazienti con ipercorticosurrenalismo sono a rischio molto maggiore di contrarre infezioni di ogni tipo.
Indicazioni per i pazienti:
1. Adottare le misure di prevenzione del contagio della popolazione generale in maniera ancora più stretta, evitando il contatto anche con i familiari conviventi.
Obesità e malnutrizione
Mancano dati sull’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 nell’obesità. In Spagna, sono stati descritti casi di pazienti giovani con grave obesità, nei quali l’infezione è evoluta verso un quadro di alveolite distruttiva, insufficienza respiratoria e morte. Non è stata trovata una spiegazione per questa evoluzione, anche se è ben noto che l’obesità severa si accompagna ad apnea notturna, così come a disfunzione del surfattante, una sostanza prodotta dal polmone che serve a impedire che gli alveoli polmonari collassino. L’alterazione del metabolismo glicidico si può associare a una riduzione della funzione ventilatoria e contribuire al peggioramento di questi pazienti.
I pazienti affetti da Covid-19 hanno un rischio elevato di sviluppare malnutrizione, soprattutto a causa di un aumento del fabbisogno calorico dell’organismo, della presenza di un grave stato infiammatorio acuto e della iporessia. Nei pazienti ospedalizzati è raccomandata una dieta nutriente (25-30 Kcal/kg di peso con 1.5 g/kg/die di proteine). È raccomandata un’adeguata supplementazione di vitamina D in caso di mancata esposizione solare. Nei casi in cui l’alimentazione per obesità severa non fosse possibile, bisogna ricorrere all’alimentazione enterale e, nei casi di intolleranza gastro-intestinale, a quella parenterale. È atteso un miglioramento dell’esito dell’infezione con il supporto nutrizionale.