Cosa succede se si modificano i target glicemici nel diabete gestazionale?

  • In donne incinte con diabete gestazionale, target di glicemia più restrittivi non riducono il rischio che i bambini siano troppo grandi per l’età gestazionale, ma diminuiscono la morbilità infantile grave.
  • Tuttavia il rischio di morbilità grave risulta aumentato tra le madri.
  • I risultati possono essere utili per la pratica clinica, ma vanno confermati.

Il ricorso a target di glicemia più stringenti per il trattamento di donne incinte con diabete mellito gestazionale (DMG) ha ridotto il rischio di decesso, trauma e distocia di spalla tra i neonati così come la frequenza di ricovero in terapia intensiva neonatale. I nuovi target non hanno però ridotto il rischio dare alla luce un bambino troppo grande per età gestazionale e, tra le madri, hanno aumentato l’uso di farmaci antiglicemici e il rischio di esiti gravi, incluso quello di emorragia post-partum. Sono questi i risultati principali di un nuovo studio apparso su PLOS Medicine.

I target di glicemia ottimali nelle donne con DMG non sono ancora stati stabiliti e le raccomandazioni in merito cambiano da Paese a Paese. “Il trattamento del DMG ha lo scopo di ridurre l’iperglicemia materna sebbene sia tuttora poco chiaro come dovrebbe essere uno stretto controllo glicemico per minimizzare i rischi materni e perinatali” scrivono i ricercatori.

In Nuova Zelanda, Paese nel quale si è svolto lo studio, si raccomanda da qualche anno di adottare target più severi di quelli indicati in passato, con un livello di glucosio plasmatico a digiuno, a 1 ora e a 2 ore dai pasti che è passato, rispettivamente, da  <5,5 mmol/L (<99 mg/dL) a ≤ 5,0 mmol/L (≤90 mg/dL), da <8,0 mmol/L (<144 mg/dL) a ≤7,4 mmol/L (≤133 mg/dL) e da <7,0 mmol/L (<126 mg/dL) a ≤6,7 mmol/L (≤121 mg/dL).

TARGET (questo il nome del trial condotto tra il 2015 e il 2017 presso 10 ospedali) ha coinvolto 1.100 donne tra le 22 e le 34 settimane di gestazione con DMG e i loro 1.108 neonati. Ogni 4 mesi, 2 ospedali dovevano passare dai target meno stringenti a quelli più severi, così che i primi sono stati utilizzati nel 45% delle donne e i secondi nel 55%.

L’outcome primario, e cioè l’incidenza di bambini grandi per età gestazionale (peso alla nascita >90esimo percentile), si è verificato in maniera simile tra i gruppi (14,7% gruppo con target più severi e 15,1% gruppo con target meno severi). In un’analisi aggiustata per alcune caratteristiche materne, quali indice di massa corporea, etnia, età alla diagnosi di DMG e storia precedente di DGM, si è osservata una riduzione di un outcome composito di disturbi gravi tra i bambini (morte perinatale o distocia di spalla o trauma alla nascita, quale paralisi dei nervi e frattura ossea) nel gruppo con target più stringenti (rischio relativo 0,23). Inoltre, la degenza in terapia intensiva è stata più breve tra i bambini nel gruppo con target più severi, ma non ci sono state differenze negli altri esiti analizzati.

Per quanto riguarda le madri, nel gruppo con target più severi si è riscontrato un aumento (RR 2,29) di un indice composito di esiti gravi (tra cui morte, emorragia post-partum, coagulopatia ecc.) e una probabilità maggiore di andare incontro a un trattamento farmacologico per controllare la glicemia (RR 1,20).

Per i ricercatori, i risultati ottenuti hanno una rilevanza diretta per la pratica clinica e potrebbero essere d’aiuto nella scelta dei target glicemici da utilizzare nelle donne in gravidanza con DMG ma richiedono la conferma di altri studi randomizzati.

 

 

da Univadis from Medscape

 

 

Crowther CA, Samuel D et al. Tighter or less tight glycaemic targets for women with gestational diabetes mellitus for reducing maternal and perinatal morbidity: A stepped-wedge, cluster-randomised trial. PLOS Medicine 2022. Doi: 10.1371/journal.pmed.1004087.