Curarci senza disparità…
In questo momento scrivo con le solite dita doloranti da troppi stick, e pensando chissà quali andamenti, che non posso più vedere, la mia glicemia avrà…
E spesso oramai mi ritrovo a controllarmi in maniera più superficiale e disinteressata, perché sono fatta così e senza il Libre per me vale il detto “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. E ripenso quindi alle mie dita e alla sensazione meravigliosa di pungersi una volta al dì e, finalmente, di non svegliarsi sentendole doloranti… penso agli andamenti, al sapere se quel 200 è in salita o stabile, al sapere come affrontare la pasta e i suoi picchi malefici, penso alla notte che non posso sapere come è andata.
Non lo posso più sapere, non so per quanto, perché il Libre costa, e tanto, nonostante dovrebbe essere un diritto di tutti possedere quello strumento fantastico.
Io l’ho provato ma quando lo compravo non lo facevo con serenità, mai sapevo se alla volta successiva lo avrei ripreso, perché averlo in maniera continuativa costerebbe troppo sul bilancio familiare…
E così, niente, ora non posso o voglio riprenderlo, vorrei farlo con serenità senza dover pensare di chiedere soldi ai miei e ordinarlo, e invece no, rimango senza e il Libre resta una specie di sogno, a cui ho potuto accedere, e a cui accederò ancora quando potrò, ma sempre così, senza sapere per quanto. Sempre con pesantezza.
Scusate la sfogo, forse troppo melodrammatico (è colpa della dita?) ma sono impaziente, per me ma anche per tutti coloro che neanche hanno mai potuto usufruirne, che arrivi il giorno in cui ciò che ci spetta per curarci al meglio sia nostro di diritto, senza dover pagare o aspettare per mesi un’ email. Tutti noi dovremmo avere DAVVERO la possibilità di curarci al meglio: dalle informazioni sulla malattia agli strumenti che ci migliorano la vita. Senza disparità…
di S. M.