Diabete 2, esistono integratori in grado di ridurre la glicemia in sostituzione dei farmaci?

Sui «nutraceutici», talvolta indicati come «integratori», esiste da anni un infuocato dibattito tra estimatori e detrattori. Per i primi rappresentano la panacea contro ogni malattia, per i secondi sono un’inutile spesa. In letteratura, nel corso del tempo, sono comparsi articoli che evidenziavano come questo o quell’alimento (solitamente di origine vegetale) contenesse un qualche principio nutrizionale che potremmo definire «eumetabolico», in grado di attenuare le oscillazioni glicemiche e ridurre l’insulinoresistenza nel diabete di tipo 2. Ciò non stupisce quando si pensa che la dieta mediterranea (ricca di frutta, verdura, olio di oliva) è generalmente riconosciuta in grado di contrastare le malattie metaboliche nel loro insieme.

Le linee guida delle principali Società scientifiche internazionali, così come quelle dell’Associazione medici diabetologi (AMD), affermano che «le sostanze nutraceutiche normalmente derivate dalle piante, dagli alimenti e da fonti microbiche […] vengono utilizzate per prevenire le malattie croniche, migliorare lo stato di salute, ritardare il processo di invecchiamento e aumentare l’aspettativa di vita» e rimarcano che esistono «evidenze scientifiche relativamente all’utilizzo dei nutraceutici quali fitosteroli, proteine della soia, acidi grassi polinsaturi della serie Omega-3, policosanoli e lievito di riso rosso», nel trattamento di alcuni dismetabolismi, particolarmente della dislipidemia. Le stesse linee guida concludono però che «non esistono prove che dimostrano la loro sicurezza ed efficacia sulla riduzione del rischio di sviluppare diabete tipo 2 e sul controllo glicemico nelle persone con diabete».

Qualche parola a parte merita la berberina che è un alcaloide di una pianta, la Berberis Aristata. Recenti studi, uno dei quali pubblicato su JAMD (The Journal of AMD), hanno evidenziato che, a confronto con il placebo, la berberina ha un effetto positivo su peso corporeo e circonferenza vita, con un indiretto miglioramento di HOMA (indice utilizzato per valutare l’insulino resistenza) e colesterolemia (quantità di colesterolo presente nel sangue), conseguenza del miglioramento della sensibilità all’insulina. Comunque i dati a disposizione indicano che un’alimentazione equilibrata ricca di frutta e verdura, soprattutto verdura a foglia (bieta, spinaci, broccoletti, cicorie, radicchi), e di ortaggi (carciofi, pomodori) fornisce un apporto di nutraceutici naturali adeguato e sufficiente senza dover ricorrere all’utilizzo di integrazioni.

La metformina è il farmaco di primo impiego consigliato in tutte le linee guida nazionali e internazionali, medicinale a cui è necessario aggiungerne uno degli altri di nuova generazione quando non sia possibile ottenere un compenso soddisfacente. Tutto questo non può ovviamente prescindere da un deciso intervento sullo stile di vita della persona con diabete. Diverso è il discorso in merito all’impiego dei nutraceutici, che non possono essere considerati sostituti della cura farmacologica, ma eventualmente solo un elemento di supporto alla terapia stessa.

Franco Gregorio, responsabile Servizio di Diabetologia di Jesi/Fabriano (Ancona)

 

tratto da Corriere della Sera Salute/Diabete 

 

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