Diabete 2, frutta, verdura e cereali integrali possono fermare la malattia

Mangiare più frutta, verdura e cibi integrali riduce il rischio di sviluppare il diabete. È noto da tempo che una corretta alimentazione rappresenta il primo intervento utile a migliorare le prospettive dei pazienti diabetici, e arrivano ulteriori conferme da due studi pubblicati di recente sul British Medical Journal.
In uno studio statunitense, le persone con il consumo totale più elevato di cibi integrali avevano un rischio significativamente più basso di avere il diabete di tipo 2 rispetto a quelle con il consumo più basso. «Questi risultati forniscono un ulteriore supporto alle attuali raccomandazioni sull’aumento del consumo di grano intero come parte di una dieta sana per la prevenzione del diabete di tipo 2» hanno scritto il primo autore Yang Hu e colleghi della Harvard School of Public Health di Boston.

In uno studio europeo le persone con livelli ematici più alti di vitamina C e carotenoidi, legati al consumo di frutta e verdura, avevano una minore incidenza di diabete di tipo 2. «Questo studio suggerisce che anche un modesto aumento dell’assunzione di frutta e verdura potrebbe aiutare a prevenire il diabete di tipo 2, indipendentemente dal consumo iniziale, basso o alto che sia» hanno riportato il primo autore Ju-Sheng Zheng e colleghi della University of Cambridge in UK.

Uno studio statunitense sui cereali integrali
Precedenti studi hanno dimostrato che un consumo elevato di cereali integrali è associato a un minor rischio di sviluppare malattie croniche, tra cui diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, obesità e alcuni tipi di cancro.

Anche se la ricerca ha dimostrato che i cereali integrali e il riso integrale consumati a colazione sono associati a un minor rischio di diabete di tipo 2, l’effetto di altri alimenti integrali di uso comune, che contengono diverse quantità di fibre alimentari, antiossidanti, magnesio e fitochimici, non era ancora stato determinato.

Il team di ricerca guidato da Hu ha analizzato i dati di quasi 160mila donne statunitensi che hanno partecipato ai due studi Nurses’ Health Study (1984-2014) e Nurses’ Health Study II (1991-2017) e oltre 36mila uomini statunitensi che avevano preso parte all’Health Professionals Follow-Up Study (1986-2016) e che non presentavano diabete, malattie cardiovascolari e cancro.

Il consumo basale dei partecipanti di sette diversi alimenti integrali, ossia cereali per la colazione, farina d’avena, pane nero, riso integrale, crusca, germe di grano e popcorn, si basava sulle risposte a questionari sulla frequenza del consumo degli alimenti.

Durante un follow-up medio di 24 anni, 18.629 partecipanti hanno sviluppato diabete di tipo 2. Dopo l’adeguamento per indice di massa corporea, stile di vita e fattori di rischio dietetici, i soggetti nel quintile più elevato di consumo totale di cibi integrali avevano un rischio inferiore del 29% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a quelli nel quintile più basso.

Gli alimenti consumati più comunemente erano cereali integrali per la colazione, pane nero e popcorn. Rispetto al consumo di meno di una porzione al mese di cereali integrali per la colazione o di pane nero, l’assunzione di una o più porzioni al giorno era associato a un rischio inferiore di sviluppare il diabete rispettivamente del 19% e del 21%.

Riguardo al consumo di popcorn è stata trovata un’associazione a forma di “J” dove il rischio di diabete di tipo 2 non aumentava in modo significativo fino a quando il consumo non superava una porzione al giorno e il rischio di sviluppare la malattia aumentava dell’8%, probabilmente per via dei grassi e degli zuccheri aggiunti ai popcorn.

Per i cibi integrali consumati più di rado, rispetto al consumo di meno di una porzione al mese di farina d’avena, riso integrale, crusca o germe di grano, i partecipanti che mangiavano due o più porzioni a settimana hanno riportato un rischio inferiore di sviluppare diabete di tipo 2 rispettivamente del 21%, 12%, 15% e 12%.

Gli individui magri o in sovrappeso mostravano la maggior riduzione del rischio di diabete grazie all’aumento del consumo di cibi integrali ma negli obesi, dato che hanno un rischio più elevato di sviluppare la malattia, anche una piccola riduzione del rischio risultava comunque significativa.

Uno studio europeo su frutta e verdura
Zheng e colleghi hanno confrontato i livelli plasmatici di vitamina C e carotenoidi in quasi 10mila adulti con diabete di tipo 2 di nuova insorgenza e un gruppo di confronto di oltre 13mila soggetti che sono rimasti liberi dal diabete durante un follow-up medio di 9,7 anni nel trial European Prospective Investigation Into Cancer and Nutrition–InterAct study.

Hanno determinato i livelli plasmatici dei partecipanti di vitamina C e di sei carotenoidi (alfta-carotene, beta-carotene, licopene, luteina, zeaxantina, beta-criptoxantina) per calcolare un punteggio composito di biomarcatori. La raccomandazione di mangiare almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno corrisponde a un’assunzione di almeno 400 g/giorno e il consumo auto-riportato nello studio era di 274, 357, 396, 452 e 508 g/giorno dal quintile più basso a quello più alto.

Livelli plasmatici più elevati di vitamina C e carotenoidi sono stati associati a un rischio inferiore rispettivamente del 18% e del 25% di sviluppare il diabete di tipo 2.

Rispetto ai pazienti il cui punteggio composito di carotenoidi e vitamina C era nel quintile più basso, quelli con punteggi nel quintile più alto avevano un rischio dimezzato di diabete di nuova insorgenza. Un aumento del consumo di frutta e verdura di 66 g/giorno è risultato associato a un rischio inferiore del 25% di sviluppare la malattia.

«Questi risultati forniscono una forte evidenza a supporto dell’importanza di assumere una maggiore quantità di frutta e verdura per prevenire il diabete di tipo 2» hanno concluso gli autori. «Tuttavia il loro consumo rimane molto al di sotto di quanto raccomandato dalle linee guida. Anche se da tempo si consiglia di assumere cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, nel periodo 2014-2015 il 69% degli adulti del Regno Unito non lo ha fatto e in generale negli adulti europei il numero è ancora più elevato (86%)».

Bibliografia
Hu Y et al. Intake of whole grain foods and risk of type 2 diabetes: results from three prospective cohort studies. BMJ 2020;370:m2206.
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da PHARMASTAR