Diabete: arriva l’algoritmo che ‘suggerisce’ al medico il farmaco ideale per il suo paziente
Stanno per finire i tempi dei pazienti che ligi alle richieste del loro medico riempivano pagine e pagine dei loro ‘diari’ dei valori di glicemia rilevati dal glucometro. Anche il monitoraggio del diabete diventa 3.0, grazie ad ‘app’ e sistemi in grado di comunicare i dati-paziente al medico anche da remoto.
E accanto al glucometro tradizionale, stanno prendendo piede le nuove generazioni di sensori, come Eversense XL, il primo sensore impiantabile sottocute, lanciato da Roche Diabetes Care qualche mese fa e utilizzato attualmente da 480 pazienti italiani. Una svolta, una vera rivoluzione nel monitoraggio, che permette di passare dalle 3-4 misurazioni giornaliere del pazienti in trattamento insulinico, al monitoraggio continuo della glicemia.
Un sistema di grande affidabilità e precisione che rappresenta uno strumento prezioso per avvicinarsi sempre più alla medicina di precisione anche in campo diabetologico. Avere a disposizione questa enorme mole di dati consente infatti di fare un profiling del paziente con diabete, come mai è stato possibile finora. Con il monitoraggio in continuo si può individuare il paziente che presenta soprattutto picchi di glicemia post-prandiale, o quello che presenta una glicemia elevata soprattutto al mattino, o quello che presenta episodi di ipoglicemia, magari notturni. E naturalmente tutte queste informazioni sono preziose per costruire una terapia su misura del singolo paziente. Ma come destreggiarsi in mezzo a questa mole di dati, sia quelli derivanti dai gluco-sensori che dai glucometri tradizionali?
“Partendo dall’esigenza di utilizzare al meglio le informazioni derivanti dall’autocontrollo della glicemia – spiega il professor Francesco Giorgino, ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Bari – abbiamo pensato di mettere a punto uno strumento che potesse raccogliere ed elaborare rapidamente tutte le glicemie misurate dal paziente nell’arco degli ultimi 3 mesi, di rapportarle ai pasti e di indicarne la collocazione nell’arco della giornata. La raccolta e la sistematizzazione dei dati consente di capire immediatamente se la glicemia è stabile o meno”.
Al momento il medico ha disposizione oltre 10 classi di farmaci anti-diabete. Alcuni sono più attivi sulla glicemia a digiuno, altri controllano meglio i picchi post-prandiali. Sarebbe dunque importante utilizzare per ogni paziente il farmaco che meglio si adatta al suo profilo glicemico e alle sue caratteristiche.
“Per facilitare il compito del medico – spiega il professor Giorgino – abbiamo messo a punto un algoritmo che ‘ragiona’ con caratteristiche di intelligenza artificiale ma che per nessuna ragione vuole sostituirsi al medico. L’algoritmo si limita a ‘consigliare’ di utilizzare un farmaco anziché un altro. Ma alla fine è sempre il medico che decide la terapia per il suo paziente. Questo strumento inoltre, raccogliendo e analizzando i dati, consente anche di rivelare un rischio di ipoglicemia subclinica. L’algoritmo inoltre, oltre alle glicemie, tiene conto anche delle caratteristiche del paziente e orienta la scelta del medico in base ad altre caratteristiche del farmaco; per i pazienti in sovrappeso, consiglierà un farmaco con un effetto favorevole sul peso corporeo, per un paziente a rischio cardiovascolare, lo orienterà verso una molecola in grado di ridurre questo rischio”.
“Grazie agli investimenti in ricerca e all’attivazione di partnership strategiche – commenta Massimo Balestri, AD Roche Diabetes CareItaly – Roche è al fianco dei medici con l’obiettivo di aiutarli a migliorare la gestione del diabete. Con il professor Giorgino abbiamo subito capito che uno dei problemi del medico è quello di riuscire a gestire, in modo strutturato, le migliaia di informazioni raccolte da questi pazienti. Per questo motivo, siamo orgogliosi di essere al fianco dell’Università di Bari in questo ambizioso progetto”.
Un altro importante esempio di partnership virtuosa viene dalla nuova cartella clinica diabetologica digitale, nata dall’accordo tra Roche Diabetes Care Italy e Meteda che porterà la Smart Digital Clinic in tutti i centri di diabetologia in Italia. Attualmente sono circa 10.000 i medici (diabetologi, endocrinologi, medici di medicina generale etc.) registrati con circa 1.040 punti di accesso in un’unica soluzione di riferimento per i centri in Italia.
MySugr è invece la ‘app’ più scaricata al mondo per offrire ai pazienti una serie di strumenti per la gestione quotidiana del diabete direttamente dal proprio smartphone. Un ‘diario della gliemia’ in grado di connettersi via Bluetooth, con alcuni dispositivi per la misurazione della glicemia e di creare semplici report e grafici con l’andamento delle glicemie, oppure di avere un calcolatore in grado di valutare la quantità di insulina necessaria per un determinato pasto.
Ultima in ordine di tempo la collaborazione tra Roche Diabetes Care e Novo Nordisk che amplierà l’accesso all’informazione sulla terapia, integrando i dati delle cosiddette connected pen all’ecosistema digitale aperto di Roche.
“Grazie agli strumenti e alle soluzioni digitali messi a disposizione da Roche Diabetes Care, in grado di comunicare con diverse tecnologie, intendiamo rendere possibile la raccolta, la contestualizzazione e l’analisi della moltitudine di dati rilevanti per la malattia, in sostegno delle decisioni dei medici, per prevenire o ritardare la progressione della malattia – commenta Massimo Balestri – Non solo, quindi, strumenti per la misurazione della glicemia, ma una tecnologia che mette i pazienti e i medici nelle condizioni di poter gestire, anche a distanza, e tenere monitorati i dati glicemici attraverso l’uso di app, algoritmi e cartelle cliniche digitali”.