Diabete di tipo 1, possibile aumento dell’invecchiamento cerebrale, ma non correlato all’Alzheimer
I pazienti con diabete di tipo 1 possono avere un maggiore invecchiamento cerebrale rispetto ai non diabetici, secondo uno studio di coorte pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, che tuttavia non sembra tradursi nella neurodegenerazione correlata alla malattia di Alzheimer.
L’analisi ha coinvolto 416 partecipanti allo studio osservazionale EDIC (Epidemiology of Diabetes Interventions and Complications), avviato nel 1994 e condotto in 27 centri negli Stati Uniti e in Canada. L’età media dei pazienti era di 60 anni e il 21% aveva più di 65 anni.
L’obiettivo era valutare i marcatori all’imaging neuronale dell’età cerebrale e dell’atrofia simil-Alzheimer nei partecipanti con diabete di tipo 1, identificare le regioni cerebrali con i maggiori cambiamenti e valutare l’associazione tra cognizione e indici di invecchiamento cerebrale.
L’efficienza psicomotoria e mentale è stata valutata utilizzando la fluidità verbale, il test DSST (digit symbol substitution test), il trail making part B e il Grooved Pegboard test (un test di destrezza manipolativa composto da 25 fori con fessure posizionate in modo casuale). I punteggi della memoria immediata sono stati derivati dal subtest della memoria logica della scala della memoria di Wechsler e dal test di sostituzione del simbolo delle cifre di Wechsler. Per prevedere l’età cerebrale e quantificare l’atrofia simil-Alzheimer è stata utilizzata la risonanza magnetica sono stati calcolati gli indici di apprendimento automatico.
Maggiore invecchiamento cerebrale nel diabete di tipo 1
I partecipanti avevano punteggi Spatial Pattern for Recognition (SPARE)-Brain Age (BA) costantemente più alti rispetto ai controlli senza diabete, indicando circa 6 anni in più di invecchiamento cerebrale (rispettivamente β = 6,16 e β = 1,04, P<0,001), hanno riferito il primo autore Mohamad Habes e colleghi dell’Health Science Center dell’Università del Texas a San Antonio.
«Questi risultati supportano l’ipotesi che la morfologia cerebrale sia associata a un processo di invecchiamento in accelerazione negli adulti di mezza età e negli anziani con una lunga storia di diabete di tipo 1» hanno scritto.
Tuttavia, questa differenza nell’invecchiamento cerebrale non sembra essere legata a manifestazioni precoci della malattia di Alzheimer. Come indicato dalla scala SPARE per la malattia di Alzheimer (AD), entrambi i gruppi avevano infatti punteggi comparabili. Allo stesso modo non ci sono state differenze significative di atrofia confrontando la maggior parte dei lobi temporali tra i gruppi che, come sottolineato dagli autori, hanno influenze particolarmente importanti sulla scala SPARE-AD.
«Questo suggerisce che, almeno all’interno di questa fascia di età media e avanzata, non vi sia una maggiore atrofia nelle regioni tipicamente colpite dall’Alzheimer» hanno scritto, anche se non hanno analizzato i biomarcatori di amiloide e tau.
In particolare, l’aumento dell’invecchiamento cerebrale tra i pazienti con diabete di tipo 1 è stato associato a una minore efficienza psicomotoria e mentale (β = -0,04, P<0,001), che non è invece stata osservata nei controlli non diabetici. Come indicato dagli autori, questi cambiamenti nella cognizione erano tuttavia di entità complessivamente modesta, soprattutto considerando che la durata media del diabete nei pazienti era di 38 anni.
Nei diabetici alcune aree del cervello hanno subito un impatto maggiore, con un’atrofia della materia grigia significativamente più elevata alla risonanza magnetica, in particolare a livello del planum temporale bilaterale, del giro occipitale superiore bilaterale, del giro temporale trasverso destro e del talamo bilaterale, del putamen e del pallidum.
«Queste sono regioni note per fornire informazioni importanti per i punteggi SPARE-BA (età cerebrale)» hanno spiegato i ricercatori. «Le linee di tendenza relativamente parallele dello SPARE-BA tra diabetici e controlli suggeriscono che questa accelerazione potrebbe essersi verificata in un periodo precedente rispetto all’età di 45 anni”.
Nel complesso i punteggi SPARE-BA e SPARE-AD non erano collegati ai livelli glicemici o ad altre complicanze legate al diabete come neuropatia, retinopatia o malattie renali.
Potenziale protezione dall’invecchiamento cerebrale con un BMI elevato
Come rilevato dagli autori «è interessante notare che un peso corporeo più elevato può avere alcune proprietà protettive contro questo invecchiamento cerebrale più rapido. Ad esempio, un aumento dell’indice di massa corporea e una maggiore circonferenza della vita erano entrambi significativamente associate a una minore atrofia cerebrale correlata all’età e atrofia cerebrale correlata all’Alzheimer nei soggetti con diabete di tipo 1. Al contrario una pressione arteriosa diastolica più elevata comportava punteggi di atrofia dell’invecchiamento cerebrale più elevati.
Il principale limite dello studio segnalato riguardava una popolazione composta prevalentemente da soggetti di razza bianca, che ne limita la generalizzabilità ad altre popolazioni, oltre al fatto che la coorte si trovava in un’età in cui si prevede che la prevalenza della malattia di Alzheimer sia bassa, hanno scritto i ricercatori.
Referenze
Habes M et al. Patterns of Regional Brain Atrophy and Brain Aging in Middle- and Older-Aged Adults With Type 1 Diabetes. JAMA Netw Open. 2023 Jun 1;6(6):e2316182.
da PHARMASTAR