Diabete infantile sotto controllo
Fondamentale riconoscere e trattare correttamente in Pronto Soccorso le gravi complicanze per evitare lesioni cerebrali fatali ai bambini
DIABETE INFANTILE SOTTO CONTROLLO CON LINEE GUIDA E CAMPAGNA DI INFORMAZIONE 2016
Le prime indicazioni scientifiche italiane in materia e l’iniziativa del prossimo anno nelle scuole e presso i pediatri sono critiche per riconoscere e trattare la chetoacidosi con cui spesso esordisce la malattia diabetica, più diffusa sotto i 6 anni.
Milano 24 novembre 2015 – Parte nel mese di gennaio 2016 la Campagna Nazionale di Informazione per promuovere la diagnosi precoce della Chetoacidosi, la grave complicanza del diabete infantile che può essere fatale ai bambini a causa delle lesioni cerebrali che può provocare. Pubblicate quest’anno le prima Linee Guida italiane pediatriche in tema, sulla base delle indicazioni scientifiche internazionali. La prima iniziativa è dedicata a bambini, genitori, insegnanti e pediatri di famiglia: è importante che riconoscano al più presto i sintomi del diabete. Le prime Linee Guida elaborate da SIEDP in materia sono fondamentali per gestire correttamente in Pronto Soccorso le condizioni spesso critiche nelle quali arrivano i bambini. Sono due delle novità che verranno illustrate in occasione del XX Congresso Nazionale SIEDP, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, in programma fino al 27 novembre a Roma.
Campagna di Informazione 2016 nelle scuole e presso i pediatri di famiglia
E’ di grande importanza che genitori ed insegnanti, ma anche i pediatri, riconoscano al più presto i sintomi dell’esordio del diabete: prima di tutto la disidratazione del bambino, con urina abbondante e di conseguenza sete costante, oltre ad eventuale dimagrimento. Questi sintomi possono aggravarsi fino ad un quadro clinico grave di chetoacidosi. Proprio per questo parte nel mese di gennaio 2016 la Campagna di Informazione per promuovere la diagnosi precoce del diabete e prevenire la chetoacidosi. L’iniziativa è a cura di SIEDP, con il contributo non condizionato di Bayer HealthCare: prevede la distribuzione di materiale informativo nelle scuole di tutta Italia oltre che presso gli studi di 10.000 pediatri. In programma anche la trasmissione periodica di una newsletter informativa. “Promuovere la diagnosi precoce del diabete infantile” – precisa il Professor Mohamad Maghnie, Presidente SIEDP – “è indispensabile per evitare che i bambini arrivino in Pronto Soccorso in condizioni critiche: infatti ancora oggi alcuni di loro muoiono a causa delle lesioni cerebrali, la conseguenza più grave della chetoacidosi”.
“Una Campagna di sensibilizzazione per il riconoscimento precoce dei sintomi di diabete all’esordio, specie nei bambini piccoli, è fondamentale” – dice il Professor Gianvincenzo Zuccotti, Presidente SIP Lombardia – “Non dimentichiamoci che una chetoacidosi diabetica non riconosciuta tempestivamente e trattata secondo le raccomandazioni delle società scientifiche è ancora causa di morte o di sequele. Il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta, innanzitutto, quali persone che prime vedono il bambino quando non sta bene, e di tutti i pediatri ospedalieri è quindi indispensabile per la riuscita di una simile Campagna”.
Le Linee Guida SIEDP, in Pronto Soccorso fondamentali le prime 2 ore
Le Linee Guida rappresentano uno strumento essenziale per i pediatri, soprattutto al Pronto Soccorso, quando arrivano bambini in emergenza: così possono trattare correttamente la chetoacidosi e prevenire l’insorgere di edema cerebrale. “Fondamentali le prime 2 ore: si inizia con la somministrazione di soluzione fisiologia (acqua e sali) che permette di far fronte alladisidratazione che colpisce il bambino e porta ad una riduzione della glicemia” – spiega la dottoressa Ivana Rabbone, Responsabile Gruppo di Studio sul Diabete SIEDP, medico pediatra diabetologo presso la Struttura Semplice Dipartimentale di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica Ospedale Regina Margherita, Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino – “dopo le prime due ore di reidratazione è necessario iniziare la terapia insulinica per via endovenosa ma non prima di 1.5 – 2 ore dall’inizio dell’idratazione stessa. La velocità e il volume dell’infusione dipendono dallo stato circolatorio: solo in caso di shock sono permessi volumi maggiori, ma sempre per brevi periodi perché la somministrazione troppo prolungata di liquidi è un possibile fattore di rischio per l’edema cerebrale. Viene sconsigliato, nel corso della terapia, l’impiego di bicarbonato in quanto è stato riscontrato l’insorgere di gravi complicanze, come appunto lesioni cerebrali, dopo il suo utilizzo”.
Complicanza diffusa nei bambini sotto i 6 anni: risultati di uno studio scientifico in 68 Centri
Sulla base di uno studio retrospettivo del Gruppo di Studio sul diabete infantile della SIEDP (2012-2013) coordinato dalla dottoressa Rabbone e condotto su 68 centri di Diabetologia Pediatrica su tutto il territorio nazionale, 34 al Nord, 11 al Centro e 23 al Sud, sulla base di 14.493 bambini, adolescenti e giovani adulti, emerge quanto segue. Nel corso dell’anno in cui si è svolta la ricerca a 2.453 bambini, tra 0-18 anni, è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, il 38,5% ha esordito con chetoacidosi, di questi il 10,3% con chetoacidosi severa. Dei bambini che hanno esordito con chetoacidosi, il 72% ha un’età inferiore ai 6 anni, di questi il 16,6% riscontrato chetoacidosi severa. Dei 38,5% a cui è stata diagnosticata la chetoacidosi, lo 0,53% ha avuto come conseguenza l’edema cerebrale.
I sintomi degli stadi di chetoacidosi e della lesione celebrale: prevenzione fattore critico
Il bambino può essere sveglio ed avere parametri vitali normali, si tratta di chetoacidosi lieve; se però è in uno stato di sonnolenza con un aumento della frequenza cardiaca, la pelle flaccida, gli occhi affossati, una secchezza orale, ci si trova di fronte ad una chetoacidosi di media e grave severità. “Sono stati rilevati dei parametri per evidenziare le situazioni a maggior rischio di sviluppare edema cerebrale” – spiega la dottoressa Rabbone – “la giovane età, chetoacidosi all’esordio di diabete di tipo 1, lunga durata dei sintomi, chetoacidosi severa, uso di bicarbonato. I sintomi per riconoscere l’edema cerebrale sono: cefalea, riduzione del battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa, desaturazione e segni neurologici specifici. La prevenzione della chetoacidosi è un fattore chiave per evitare gravi complicanze neurologiche o il decesso”.
Diffusione del diabete infantile in Italia
In Italia circa 20.000 bambini e giovani, con età compresa tra 0-18 anni, sono affetti dal diabete di tipo 1. Negli ultimi 15 anni la diffusione di questa malattia è raddoppiata.
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