Diabete pediatrico di tipo 1, migliora il controllo glicemico ma si deve fare di più
Nei bambini con diabete di tipo 1 in dieci anni il controllo glicemico è migliorato significativamente e si sono ridotti i tassi di chetoacidosi diabetica e ipoglicemia grave, tuttavia molti giovani pazienti non stanno ancora raggiungendo gli obiettivi raccomandati. Sono i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology.
Il diabete di tipo 1 colpisce 1,2 milioni di bambini e adolescenti di età inferiore ai 20 anni ed è il disturbo endocrino autoimmune predominante osservato nella popolazione pediatrica, con un’incidenza globale in aumento che varia a seconda delle diverse razze, paesi e regioni.
La sua gestione richiede un approccio completo che includa vari aspetti, come monitoraggio della glicemia, terapia insulinica, conteggio dei carboidrati, monitoraggio dell’apporto calorico, considerazione delle abitudini familiari e delle preferenze alimentari, pianificazione dei programmi giornalieri e integrazione dell’attività fisica. I bambini con diabete di tipo 1 incontrano sfide specifiche per l’età nella gestione della malattia, che possono esacerbare il rischio di complicanze metaboliche e di risultati negativi sulla salute. Questi fattori di rischio possono essere neurologici, fisiologici, comportamentali, psicologici o sociali, complicare la gestione della malattia e richiedere approcci personalizzati per un’assistenza efficace.
Nel 2018, l’International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes (ISPAD) ha abbassato il target dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c) dal 7,5% (<58 mmol/mol) raccomandato nel 2014 al 7,0% (<53 mmol/mol), allo scopo di evitare le complicanze vascolari a lungo termine. Il grado in cui questo obiettivo glicemico è stato raggiunto varia notevolmente tra i diversi paesi e molti bambini e adolescenti con diabete di tipo 1 non lo raggiungono.
Alcuni registri del diabete pediatrico hanno segnalato valori di HbA1c in calo, mentre altri hanno segnalato aumenti negli ultimi anni. Le differenze nel raggiungimento dell’obiettivo del 7,0% in diverse popolazioni sono state attribuite a variazioni nei target nazionali, differenze nell’uso della tecnologia per il diabete, progetti di miglioramento della qualità del trattamento della malattia e conteggio dei carboidrati per il calcolo del bolo alimentare.
Trend positivo, anche se molti non raggiungono ancora gli obiettivi
Scopo di questo studio era effettuare un’analisi longitudinale dei dati di tutti i bambini con diabete di tipo 1 di durata superiore ai 3 mesi, provenienti da otto registri nazionali in Europa, Regno Unito e Stati Uniti e da un’iniziativa internazionale (SWEET). Tra il 2013 e il 2022 il numero complessivo di bambini con diabete di tipo 1 inclusi nei registri nazionali è aumentato da 47.390 a 109.494 e in SWEET da 10.840 a 35.590.
Durante il periodo di studio i livelli medi di HbA1c nei dati aggregati di tutti i registri si sono ridotti, passando dall’8,2% (66,5 mmol/mol) nel 2013 al 7,6% (59,4 mmol/mol) nel 2022 (P<0,0001). I risultati variano tuttavia notevolmente tra i registri, come evidenziato da valori medi nel 2022 dell’8,4% negli Stati Uniti (diabete di tipo 1 Exchange Quality Improvement Collaborative) e del 6,9% in Svezia (Swediabkids).
La percentuale complessiva di giovani che ha raggiunto l’obiettivo di HbA1c inferiore al 7% (53 mmol/mol) è aumentata dal 19,0% nel 2013 al 38,8% nel 2022 (P<0,0001). Nel complesso, la percentuale degli utilizzatori di pompe per insulina è cresciuta dal 42,9% al 60,2% (P<0,0001), così come quella dei pazienti fanno uso di dispositivi di monitoraggio continuo del glucosio (CGM), passata dal 18,7% nel 2016 (uso minimo prima di allora) all’81,7% nel 2022 (P<0,0001), entrambi osservati in tutti i registri.
Il tasso di eventi di chetoacidosi diabetica è diminuito, anche se in misura non significativa, scendendo da 3,1 a 2,2 eventi ogni 100 anni-persona dal 2013 al 2022 (P=0,260) e l’ipoglicemia grave si è ridotta da 3,0 a 1,7 eventi ogni 100 anni-persona (P=0,071), entrambi nella maggior parte dei registri.
«I risultati del nostro studio confermano il miglioramento dei risultati glicemici nei bambini su scala internazionale» hanno scritto gli autori. «Questo successo è stato probabilmente influenzato da molteplici fattori, tra cui l’istituzione di registri per il diabete e attività di benchmarking, l’impostazione di obiettivi rigorosi di HbA1c e l’aumento parallelo dell’adozione e dell’accesso alla tecnologia per il diabete, in particolare i dispositivi CGM».
«I tassi di incidenza delle complicanze acute del diabete sembrano diminuire, a testimonianza del fatto che le insuline moderne, la somministrazione di insulina, i sistemi di monitoraggio del glucosio e gli approcci alla cura del diabete stanno facilitando il raggiungimento di livelli di glucosio il più possibile vicini alla normalità, senza comportare un aumento dei tassi di incidenza di ipoglicemie gravi» hanno aggiunto.
Referenze
Zimmermann AT et al. Treatment regimens and glycaemic outcomes in more than 100 000 children with type 1 diabetes (2013-22): a longitudinal analysis of data from paediatric diabetes registries. Lancet Diabetes Endocrinol. 2024 Nov 28:S2213-8587(24)00279-1.
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