Diabete. Prevalenza al 5% stabile nel tempo, ma è allarme per il controllo dell’emoglobina glicata. I dati dell’Iss
Poco meno del 5% della popolazione adulta di 18-69 anni ha ricevuto una diagnosi di diabete nel biennio 2020-2021. Una prevalenza sostanzialmente stabile dal 2008 che cresce con l’età e colpisce più gli uomini le donne. Soprattutto diminuiscono costantemente i diabetici che controllano l’emoglobina glicata, parametro fondamentale per la gestione della patologia che, secondo le più recenti indicazioni, va eseguito non meno di due volte l’anno fra i pazienti con un controllo stabile della glicemia, e non meno di quattro volte l’anno nei pazienti con compenso precario.
Questi i dati relativi al monitoraggio 2020-2021 del sistema di sorveglianza PASSI dell’Iss – che dal 2011 raccoglie le informazioni sul monitoraggio metabolico e la terapia di persone con diabete – pubblicati in vista della Giornata mondiale del diabete che si celebra il prossimo 14 novembre.
I dati. Il quadro indica una prevalenza sostanzialmente stabile dal 2008 che cresce con l’età: è al 2% tra le persone con meno di 50 anni e quasi al 9% fra quelle di 50-69 anni. Il diabete è inoltre più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,1% vs 4,2%), nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche (sfiora il 16% fra chi non ha alcun titolo di studio o al massimo la licenza elementare e l’8% fra chi lamenta molte difficoltà economiche) e in alcune Regioni meridionali (pur senza un significativo gradiente geografico).
Un terzo dei pazienti diabetici è seguito esclusivamente dal centro diabetologico (32%), un terzo solo dal proprio medico di medicina generale (31%), un terzo da entrambi (32%). Pochi sono seguiti da altri specialisti (3%) e 2 su 100 non si affidano a nessun professionista
Uno dei dati più rilevanti della sorveglianza riguarda il controllo dell’emoglobina glicata, dal monitoraggio è emerso un trend in costante diminuzione delle persone con diabete che hanno controllato l’emoglobina glicata nei quattro mesi precedenti il monitoraggio e aumentano coloro che lo hanno fatto meno frequentemente, ma nei 12 mesi precedenti.
In particolare, meno di un paziente su tre (31%) riferisce di aver controllato l’emoglobina glicata nei quattro mesi precedenti l’intervista, quasi il 62% di aver effettuato l’ esame nei 12 mesi precedenti, mentre sale dal 15% del 2019 al 25% del 2020, attestandosi al 22% nel 2021 – senza tornare ai valori pre-pandemia, mettendo in luce così un impatto della pandemia anche nella gestione del diabete – la quota di chi non ha controllato l’emoglobina glicata o che non lo ha fatto per più di un anno. “Una persona su cinque, infine, non conosce affatto tale tipo di esame” sottolinea l’Iss.
Per quanto riguarda i fattori di rischio cardiovascolare associati al diabete: il 53% riferisce una diagnosi di ipertensione (vs 18% fra le persone senza diagnosi di diabete); il 42% riferisce una diagnosi di ipercolesterolemia (vs 18% fra chi non ha il diabete); il 70% riferisce di essere in eccesso ponderale (IMC ≥ 25, vs 42% fra le persone senza diagnosi di diabete); il 47% delle persone con diabete è completamente sedentario (vs 37% nelle persone senza diagnosi di diabete); il 21% fuma (vs 25% fra le persone senza diagnosi di diabete).
Monitoraggio e terapia della ipertensione e dell’ipercolesterolemia fra i diabetici. Su 10 persone con diabete, 9 hanno misurato la pressione arteriosa e 8 hanno controllato il colesterolo negli ultimi 12 mesi. Tra i diabetici ipertesi, l’89% è in trattamento farmacologico per la pressione arteriosa, mentre circa il 68% dei diabetici ipercolesterolemici assume farmaci per il trattamento dell’ipercolesterolemia.